La comunità LGBTQIA+ statunitense festeggia la nomina di Tim Walz come candidato vicepresidente al fianco di Kamala Harris, nel corso di una delle elezioni USA tra le più concitate e combattute nella storia americana. A poche settimane dall’uscita di Joe Biden dalla corsa alla Casa Bianca, i sondaggi parlano di un sensazionale ribaltamento dei sondaggi per i democratici, oggi in parità, situazione che la candidata presidente deve però gestire nel migliore dei modi.
Dopo una scrematura tra i tre potenziali candidati al ruolo di vice – oltre Walz erano in lizza anche il governatore della Pennsylvania Josh Shapiro e Mark Kelly, governatore dell’Arizona – Harris sembra aver effettuato la scelta più equilibrata in un periodo storico di fortissima polarizzazione politica che esula ormai le limitazioni partitiche. Ma ha comunque deciso di non sindacare sulla tutela delle minoranze.
Chi è quindi il possibile futuro vicepresidente USA e qual è la sua posizione sui diritti LGBTQIA+?
60enne, governatore del Minnesota – stato cruciale del Midwest – Walz è il preferito dall’area progressista. Dopo 12 anni di servizio al Congresso, ha poi assunto la sua attuale carica per ben due volte, trasformando il Minnesota in un vero e proprio rifugio per una comunità LGBTQIA+ schiacciata sotto l’assedio dei Repubblicani ultraconservatori.
Durante il suo mandato, Walz ha firmato leggi volte a blindare le tutele alle terapie affermative e all’interruzione volontaria di gravidanza, bandire le terapie di conversione e garantire la presenza di letteratura LGBTQIA+ nelle biblioteche pubbliche. Sotto la sua guida, una regione USA generalmente conservatrice si è invece affermata come una roccaforte liberale nel Midwest, grazie al determinato e costante impegno dell’amministrazione verso le questioni progressiste.
Ma la storia di attivismo di Walz inizia ben prima della sua carriera politica. Già nel 1999, come insegnante di scienze sociali alla Manakato West High School, fu infatti Walz a proporre la prima “gay-straight alliance”, un club studentesco di supporto per studenti e famiglie LGBTQIA+.
Nel 2006, sconfisse un membro repubblicano di lunga data del Congresso in un distretto prevalentemente rurale, candidandosi su una piattaforma che includeva il sostegno al matrimonio egualitario, vietato nello stato dal 1997. Al Congresso, Walz sostenne l’abrogazione della famigerata “Don’t Ask, Don’t Tell“, politica militare che impediva a persone gay e lesbiche di prestare servizio apertamente.
Nel 2009 facilitò l’approvazione del Matthew Shepard and James Byrd Jr. Hate Crimes Prevention Act, una legge storica firmata dall’ex presidente Barack Obama che protegge dai crimini motivati da ostilità anti-LGBTQ. Walz fu inoltre uno dei primi sostenitori del Respect for Marriage Act, proposta per confermare il diritto delle coppie omosessuali e interrazziali a sposarsi, presentata dal deputato Jerry Nadler (D-N.Y.) nel 2009. Il presidente Joe Biden ha poi trasformato la misura in legge nel 2022.
Nel pieno dell’ondata transfobica che ha travolto gli USA nel 2023, Walz ha emesso infine un ordine esecutivo volto a rendere il Minnesota uno dei primi “safe states” per la protezione e la tutela dei richiedenti e fornitori di terapie affermative da azioni legali provenienti da stati con divieti in vigore. La foto in cui il governatore teneva la mano della dodicenne transgender Hildie Edwards durante la firma è entrata nella storia.
Secondo recenti sondaggi, la maggior parte degli elettori sostiene le tutele federali contro le discriminazioni per le persone LGBTQIA+, e oltre il 50 percento degli elettori intervistati da GLAAD a marzo ha affermato di opporsi a esponenti politici che parlano spesso di limitare i diritti civili.
Tra questi abbiamo il candidato della fazione opposta, l’ex presidente Donald Trump, che insieme al compagno di corsa – il senatore repubblicano dell’Ohio JD Vance – ha già promesso nuove politiche persecutorie verso la comunità trans, tra cui una legge federale che riconosce solo due generi.
Nell’agenda politica di Trump figura anche il divieto alle terapie affermative per i minori, il ban agli atleti trans di competere nelle squadre che corrispondono alla loro identità di genere e il taglio dei finanziamenti federali alle scuole inclusive. La prosecuzione di un’azione che gli stati a maggioranza repubblicana conducono già da tempo.
Ed è proprio nel Minnesota di Tim Walz che tantissime persone trans – fino ad oggi quasi 5000 – si sono rifugiate per fuggire dalla persecuzione istituzionale. La sua candidatura come vicepresidente rappresenta quindi non solo una scelta politica strategica, ma anche un forte segnale di speranza per la comunità LGBTQIA+ americana. Mentre il paese si avvia verso una delle elezioni più decisive della sua storia, il ruolo di Walz potrebbe rivelarsi cruciale per definire il futuro dei diritti civili negli Stati Uniti.
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