Come in Italia, anche in Gran Bretagna le unioni civili erano possibili solo per le coppie dello stesso sesso. Ma ad essere precisi, in Gran Bretagna questo dettaglio è stato eliminato nel 2018, e dal 31 dicembre 2019, dopo la modifica della normativa da parte dell’allora primo ministro britannico Theresa May, è entrato in vigore.
A portare avanti la battaglia per ottenere le unioni civili per tutti sono stati Rebecca Steinfeld e Charles Keidan, coppia eterosessuale. Come riporta il The Guardian, con la loro petizione “Unioni civili per tutti“, hanno ottenuto una modifica alla legge, che include in questo modo anche le coppie etero. E il 31 dicembre (prima data utile per celebrare le nozze) hanno deciso di fare il grade passo.
La battaglia di Rebecca e Charles inizia nel 2014, a nove anni dall’approvazione della legge. Rivolgendosi alla Corte Suprema, avevano ottenuto ragione e Theresa May si era impegnata a procedere alla modifica.
Naturalmente, la decisione della Corte non interessa solamente Rebecca e Charles. Nel 2020, si stima che saranno 84.000 le coppie etero che celebreranno la loro unione civile. Dal 2013, comunque, è in vigore il matrimonio egualitario.
L’unione civile in Italia
L’unione civile in Italia è un diritto riservato esclusivamente alle coppie omosessuali. Ma questo non significa certamente che si tratti di un ‘privilegio a favore delle coppie gay e lesbiche’, bensì del ‘gradino iniziale della rimozione di una discriminazione’, come sottolineato dal deputato Ivan Scalfarotto, che ha così voluto replicare ad un articolo ad hoc pubblicato ieri sulle pagine de La Stampa.
Ora è evidente che l’obiettivo finale di questo sforzo legislativo, in corso in Europa e in altre parti del mondo, è in realtà quello di parificare le coppie gay e le coppie etero: che lo si faccia attraverso l’apertura del matrimonio a tutte le coppie o, come succede da ieri in Gran Bretagna, aprendo a tutte le coppie la possibilità di optare sia per il matrimonio che per un’unione percepita come più snella e laica come l’unione civile.
Il motivo per cui in alcuni Paesi, come l’Italia, le unioni civili sono riservate (almeno in un primo tempo) solo alle coppie gay non è quello di creare uno status speciale più favorevole alle coppie omosessuali. È solo che il legislatore non ha avuto, almeno in un primo tempo (come è successo in Spagna), il coraggio o la forza di introdurre direttamente il matrimonio per tutti. Questo punto va chiarito con attenzione, per evitare equivoci pericolosi che potrebbero trasformare nella percezione dei lettori una minoranza vessata in un obiettivo di antipatia in quanto percettrice di un indebito privilegio.
Che esistano Parlamenti che si riuniscono nottetempo per votare leggi che introducono benefici per minoranze influenti a scapito della maggioranza dei cittadini: è un meccanismo delicato che abbiamo purtroppo già visto all’opera e che facilmente genera mostri.
La creazione di un istituto ad hoc per le coppie omosessuali, va ribadito, costituisce in realtà il mantenimento di una parziale discriminazione: quella che ancora viviamo nel nostro Paese e per il cui rapido superamento dovremmo tutti lavorare. Certo non l’attribuzione di un particolare beneficio nei confronti di una minoranza.
Gay.it è anche su Whatsapp. Clicca qui per unirti alla community ed essere sempre aggiornato.