Secondo Maria Rita Castellani, grande amica di Simone Pillon ma soprattutto garante per l’infanzia della Regione Umbria, il DDL Zan aprirebbe le porte al sesso con i bambini, con gli animali, con le cose, all’incesto e alla poligamia. Al centro del contendere, come al solito, l’identità di genere, per l’ennesima volta tirata in ballo alimentando vergognose e inaccettabili fake news. Dichiarazioni, quelle rilasciate da Castellani, che hanno inevitabilmente suscitato un vespaio di polemiche.
Il concetto d’identità cambia, non è più quello antropologico che conosciamo da sempre e che distingue persona da persona a ragione di evidenze biologiche, ma diventerà qualcosa che io, cittadino, posso decidere arbitrariamente secondo la percezione del momento. Di conseguenza ogni desiderio sarà considerato un bisogno e il bisogno un diritto. Si potrà scegliere l’orientamento sessuale verso cose, animali, e/o persone di ogni genere e, perché no, anche di ogni età, fino al punto che la poligamia come l’incesto non saranno più un tabù.
Parole sconcertanti, che hanno suscitato l’immediata reazione di oltre 50 associazioni e organizzazioni del territorio regionale, che si sono unite ad Omphalos LGBTI sottoscrivendo una lettera di protesta, firmata inoltre da oltre 300 tra professionisti, accademici e privati cittadini. Tutti hanno chiesto alla Presidente di Regione Tesei di revocare l’incarico alla Garante per le gravissime affermazioni rilasciate.
La lettera è stata anche inviata alla Garante nazionale dell’infanzia e dell’adolescenza, al Presidente dell’Assemblea legislativa umbra, nonchè ai capigruppo di tutta l’assemblea regionale. Omphalos ha inoltre inviato una segnalazione ufficiale per discorso d’odio a livello istituzionale all’UNAR – Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali e difesa delle Differenze.
Castellani ha realizzato un’acrobazia pericolosa in bilico fra propri convincimenti personali, pregiudizi inqualificabili…dimostrando un’ignoranza colpevole per chi ricopre il suo ruolo…rappresenta una realtà fantascientifica, inesistente nel mondo delle cose concrete e non scritta nel Ddl Zan. L’identità di genere è definita nel nostro ordinamento da almeno quarant’anni senza che nessuna Castellani si sia disturbata a contestarla prima che al Senato si affacciasse un disegno di legge mirante a ridurre la violenza di cui sono frequentemente oggetto le persone lesbiche, gay, bisessuali, trans*, le donne e i disabili di qualunque età, anche minori. Castellani non conosce la differenza fra orientamento sessuale e identità di genere. Queste sono affermazioni gravissime che noi non esitiamo a definire fasciste oltre che stupide. Quello che Castellani non dice, nonostante una lunga e inutile filippica sul minore che cresce, è che nelle scuole medie e superiori umbre si contano episodi di violenza, di aggressione verbale e di discriminazione ai danni di ragazzi e ragazze appartenenti alla comunità LGBTI o percepiti dal bullo come tali, in maniera sistematica.
Le associazioni si sono appellate alla presidente di regione Donatella Tesei, chiedendo un intervento immediato “per la serie di aberranti falsità pubblicate da Castellani, per la sua incapacità di comprendere che il bullismo si combatte smontandolo prima che si manifesti, per aver colpevolmente stravolto la realtà, per aver tradito il suo mandato di garante di ogni bambina e bambino e ragazza e ragazzo, la preghiamo di fare riferimento quanto prima alla Legge Regionale n. 11 del 9 aprile 2015 (Testo unico in materia di Sanità e Servizi sociali) che all’art. 365 dispone la “decadenza dall’incarico, sostituzione e revoca” del Garante dell’infanzia e dell’adolescenza. Si potrà così procedere alla nomina di un vero Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione Umbria che non sia distratto da questioni ideologiche e di partito, che sia in grado di documentarsi prima di esporsi pubblicamente e che abbia a cuore il benessere di tutti i minori dell’Umbria, anche quelli esposti al bullismo motivato dall’identità di genere e dall’orientamento sessuale vero o presunto, come determina l’art. 2 della Convenzione ONU sui diritti di bambini e ragazzi che chiaramente Castellani non conosce”.
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