L’Umbria è andata alla Lega. Dopo 50 anni di centro-sinistra, la popolazione umbra ha scelto Donatella Tesei, della Lega, sostenuta anche da un grande Fratelli d’Italia e una debole Forza Italia, che insieme le hanno permesso di raggiungere un 57,5% di preferenze. Ma in che mani si è messa l’Umbria? Forse non buone, almeno per quanto riguarda la comunità LGBT. Ne avevamo parlato tempo fa: la Tesei, ancora candidata del CDX, aveva firmato un manifesto chiamato Documento Valoriale, in cui si impegnava a garantire la tutela della famiglia tradizionale. Un documento firmato poi anche dal trio Salvini, Meloni, Berlusconi.
Tra le ambizioni dei sostenitori di questo documento c’erano volti noti per le loro convinzioni conservatrici, che avevano un solo scopo: eliminare la legge contro l’omofobia della regione. Tra le prime ad averla approvata, con tanta fatica. E proprio ieri, già dagli exit poll, la vittoria della Lega era certa. In molti non hanno atteso nemmeno la conclusione dello spoglio, la differenza tra i candidati era insormontabile. E hanno deciso di festeggiare, complimentandosi con la candidata e suggerendole anche i primi spunti su cui mettersi all’opera.
Attacco alla comunità LGBT umbra?
Tra coloro che hanno appoggiato la candidatura della Tesei, c’era Massimo Gandolfini. L’organizzatore del Family Day ha scritto:
Ci complimentiamo con la nuova presidente dell’Umbria Donatella Tesei, che è la prima firmataria del Manifesto per la famiglia messo a punto dal Family Day e Associazione famiglie numerose. Chi accoglie i nostri valori vince! Famiglia, vita, natalità, libertà educativa, vicinanza e cura a disabili e anziani, ferma opposizione alle droghe sono principi iscritti nel Dna dell’antropologia degli italiani e solo chi è offuscato da controverse colonizzazioni ideologiche può invertire l’ordine delle priorità. Il nostro movimento rappresenta il vero federatore del buon senso, sempre più capace di contaminare l’agenda dei partiti e dei leader nazionali. Ora il nuovo governo umbro possiede una road map per le famiglie umbre che deve applicare il più in fretta possibile per rilanciare una terra generosissima ferita dalla denatalità, dalla malasanità e dell’emigrazione di più giovani. Noi continueremo a lavorare per ridare un anima a questo paese.
Complimenti poi anche da Lorenzo Fontana, che dice di aver abbattuto il “muro rosso”, riferendosi al governo di centro-sinistra che amministrava da decenni la regione. Sempre da Twitter, Filippo Saverese attacca direttamente la legge contro l’omofobia:
#Umbria liberata, da tante cose. Tra queste, lo strapotere dei movimenti LGBT. La Presidente @Donatella_Tesei ha firmato l’impegno ad abrogare la liberticida legge regionale sull’omofobia, che ci vieta di dire mamma e papà. Torna al centro la Famiglia #maratonamentana.
A mancare, è invece Simone Pillon, che stranamente non ha detto nulla riguardo il gender, ma si è limitato a festeggiare il risultato del suo partito.
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Francamente sta storia che noi gay dobbiamo votare gli omofobi cattolici , tipo Salvini e Meloni, per essere protetti dagli omofobi stranieri, mi pare una stonxata. Loro non vogliono proteggerci , loro vogliono il potere e lo usano per farci fuori, esattamente come i loro compari islamici o greco-ortodossi o ebreo-ortodossi etc.