Egregio Direttore,
l’articolo intitolato “Depotenziato li fondo UNAR per le case rifugio e i centri antidiscriminazione rivolti alla comunità LGBTQIA+“, a firma Francesca Di Feo, pubblicato sul sito Gay.it in data 31 luglio 2024, contiene affermazioni destituite di fondamento già a partire dal titolo.
Nell’articolo in questione si afferma che l’attuale governo, con l’emanazione dell’Avviso Pubblico del 24 luglio u.s. per la selezione di progetti finalizzati all’istituzione o al rafforzamento di centri contro le discriminazioni motivate da orientamento sessuale o identità di genere, avrebbe deciso di non finanziare nuovi centri con vitto e alloggio (cd. case rifugio) per persone LGBT+. È vero esattamente li contrario.
Innanzitutto, i requisiti che richiedono che le associazioni proponenti esistano da almeno tre anni, che la tutela dei diritti LGBT+ sia presente nel loro statuto da almeno tre anni e che queste operino in tale ambito da almeno tre anni, sono stati previsti per favorire le associazioni specificamente dedicate ai diritti delle persone LGBT+. Questi requisiti garantiscono che i finanziamenti siano destinati ad associazioni con comprovata esperienza nel settore specifico del contrasto della violenza e delle discriminazioni nei confronti delle persone LGBT+, come richiesto dalla legge.
Inoltre, contrariamente a quanto riportato nell’articolo, li finanziamento dei centri con vitto e alloggio (cd. case rifugio) è stato non solo confermato, ma anche incrementato. In particolare, sono stati destinati 2 milioni di euro specificamente a questo scopo, nell’ambito di un bando complessivo di 6 milioni di euro, superiore al precedente bando che ammontava a 4 milioni. Questo incremento si tradurrà, secondo le nostre stime di spesa, in un aumento dei centri con vitto e alloggio finanziati, che passeranno dagli attuali 5 a circa 10: sostanzialmente il doppio! È importante sottolineare che il requisito di almeno un anno di esperienza nella gestione di strutture residenziali è stato mantenuto, in linea con il bando precedente, per garantire che i fondi pubblici siano utilizzati con la massima efficacia e che le strutture beneficiarie siano già operative e in grado di offrire un servizio di qualita.
Infine, va rilevato che per la prima volta dall’approvazione della legge n. 126 del 2020 che finanzia i centri, lo scorso 1 luglio, si è ottenuto il parere positivo in Conferenza Unificata sul Programma triennale per la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni per motivi legati all’orientamento sessuale e all’identità di genere. Questo ha permesso di adottare formalmente il citato Programma, che consentirà di emettere bandi in modo più fluido e regolare nei prossimi tre anni.
Alla luce di quanto esposto, in qualità di Direttore dell’UNAR – Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali, l’Ufficio preposto alla gestione della citata misura, ritengo indispensabile una rettifica di quanto pubblicato, al fine di fornire ai lettori una informazione accurata e soprattutto veritiera.
Rimanendo a Sua disposizione per qualsiasi ulteriore chiarimento o approfondimento, porgo i miei più cordiali saluti.
Mattia Peradotto
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