A Siracusa la Chiesa chiude le porte a una fedele disabile, rea di aver sposato la compagna senza nascondere la loro unione civile.
La Chiesa cattolica si macchia di un nuovo episodio di omofobia. Un’omofobia un po’ pelosa per giunta, se è vero che il problema in questo caso non è stato la relazione tra due donne, ma l’aver pubblicizzato l’unione civile. Insomma si fa, ma non si deve dire.
È quanto accaduto a Paola Desi e Maria Grimaldi, una coppia di Priolo Gargallo, nel Siracusano, con la prima, una donna disabile, che è stata allontanata dai sacramenti nella propria parrocchia. Una ferita inferta a una persona che già aveva dovuto lottare con la propria famiglia per realizzare il suo sogno d’amore.
“Un cambio di rotta apparentemente inspiegabile – racconta la donna a SiciliaVox – proprio il parroco, don Sebastiano era sin dall’inizio a conoscenza del mio orientamento affettivo-sessuale e della vera natura del rapporto con Maria, una realtà che aveva potuto constatare quando era venuto a casa nostra per la benedizione dell’appartamento”.
Allo stesso sito il parroco Sebastiano Gulinello ha risposto rimettendo la decisione alle regole della Chiesa: “Non posso farci niente, io le conosco e mi dispiace, non è un fatto personale, è una legge della Chiesa!”. Poi aggiunge: “Secondo me il loro errore è stato pubblicizzare il matrimonio anche su Facebook, lo hanno visto tutti e la gente non lo accetta. Persino l’Arcivescovo mi ha telefonato per informarsi se questa coppia frequentava la chiesa e mi ha ribadito che per loro le porte sono aperte ma che non avrebbero potuto accedere al sacramento dell’Eucaristia”.
“Questo non significa che il Signore non voglia bene a queste due donne, loro possono venire in chiesa e continuare a seguire la loro fede ma la comunione non posso dargliela, non è un mio capriccio” ha concluso il sacerdote.
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L'importante è che le leggi di questa chiesa e di queste tuniche non prevalgano sulle leggi Civili o che , peggio , siano le leggi religiose che regolino la società ed interi stati , come le leggi coraniche.