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Unioni civili: via libera ai primi decreti attuativi!

I primi decreti hanno avuto l’ok preliminare e disciplinano alcuni aspetti poco chiari della legge. Il problema è che il termine dell’approvazione definitiva è stato prorogato di ulteriori 3 mesi.

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A quattro mesi esatti dall’entrata in vigore effettiva della legge sulle unioni civili, inizia a delinearsi l’apparato attuativo definitivo, di competenza del ministero della Giustizia, che per il momento è regolamentato dal decreto ponte redatto dal ministero dell’Interno.

I decreti, finora approvati in via preliminare dal Consiglio dei Ministri, adeguano alla nuova disciplina sulle unioni tra persone dello stesso sesso:

  • le disposizioni attualmente esistenti sull’ordinamento dello stato civile e le leggi, gli atti aventi forza di legge, i regolamenti e i decreti su cui le nuove norme hanno un impatto;
  • le disposizioni di diritto internazionale privato su cui le nuove norme hanno un impatto;
  • le disposizioni del codice penale su cui le nuove norme hanno un impatto.

Per il primo punto, la modifica importante è che viene previsto, come per il matrimonio, che il partner dell’unione civile che aggiunge il cognome dell’altro partner non perde il suo cognome d’origine: non sarà necessaria alcuna modifica anagrafica.

Per il secondo punto, le norme che sono state preliminarmente approvate evitano le possibili elusioni della disciplina italiana quando non esistono profili oggettivi di transnazionalità, ad esempio quando un’unione civile è contratta all’estero da cittadini italiani: l’unione verrà regolamentata dalla normativa italiana.

Per il terzo punto si parla di equiparazione del partner dello stesso sesso nell’unione civile al coniuge nel matrimonio: si rende configurabile il reato di violazione degli obblighi di assistenza familiare e si rende applicabile l’aggravante nel reato di omicidio, prevista finora solo se la vittima è coniuge, anche al soggetto unito/a civilmente.

Ora i provvedimenti andranno all’esame delle commissioni competenti di Camera e Senato, che avranno 60 giorni per esprimere il loro parere: il dato negativo è che visto che il termine per i pareri è troppo ravvicinato alla scadenza per il via libera definitivo (fissato al 5 dicembre, 6 mesi dalla legge), Palazzo Chigi avrà altri tre mesi (fino al 5 marzo) per l’adozione definitiva di tutti i decreti attuativi. Nel frattempo continuerà ad essere applicato il decreto ponte.

fonte: Il Sole 24 Ore

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