George Pell, condannato per pedofilia colui che spiegava che l’omosessualità è un rischio per la salute peggiore del fumo

E l'avvocato difensore: "Fu semplice penetrazione, il bambino non partecipava attivamente".

george pell
2 min. di lettura

Prima notte di carcere per il cardinale George Pell, condannato per pedofilia dal tribunale australiano. Revocata così anche la libertà su cauzione, concessa lo scorso anno per un problema di salute. Dalla Santa Sede, intanto, l’ufficio stampa ha informato che sarà aperto un processo canonico dalla Congregazione per la dottrina della fede nei confronti del cardinale. Oltre alla pena detentiva in Australia (suo paese di origine), George Pell potrebbe essere escluso dal collegio cardinalizio del porporato (in quanto cardinale elettore). Oppure addirittura essere ridotto allo stato laicale.

L’avvocato difensore, Robert Richter, nel tentativo di ottenere una condanna più lieve per il suo assistito, avrebbe affermato che

non era più di un semplice episodio di penetrazione sessuale in cui il bambino non partecipava attivamente.

Secondo il difensore, George Pell era stato preso da un impulso a cui non poteva opporsi. E fu questo il motivo di quell’assalto “fugace”, come ha riportato The Guardian. Con queste parole, l’avvocato aveva richiesto l’esclusione delle circostanze aggravanti, sostenendo inoltre che se la vittima era angosciata per quanto subìto, avrebbe mostrato dei segni ai propri genitori. Una scusa che non ha retto. E il Chief Justice Peter Ridd ha definito il comportamento di Pell come “insensibile, sfacciato, offensivo” e “scioccante“.

Il silenzio del Vaticano e le parole di George Pell sull’omosessualità

In tutto, cinque capi d’accusa per l’ex cardinale, tra cui stupro e sesso orale con due minorenni sotto i 13 anni. George Pell rischia fino a 50 anni di reclusione. Il Vaticano, dall’11 dicembre (data in cui è stata diffusa la notizia della condanna), solo qualche giorno fa ha commentato la notizia. E ha dichiarato che il cardinale non sarà più Prefetto dell’Economia vaticana. Ma il 24 febbraio scadeva il termine del suo mandato. Ufficiosamente, però, Pell non lavorava più nella Santa Sede dal 2017, quando è tornato in Australia per il processo. Il 13 marzo ci sarà la sentenza definitiva.

E mentre osservava con diligenza i valori della Chiesa, l’ormai ex cardinale non si è tirato indietro dal criticare e demonizzare l’omosessualità. Fu proprio Pell a spiegare che sono consapevoli che l’omosessualità esiste.

Crediamo che tale attività sia sbagliata e crediamo che per il bene della società non dovrebbe essere incoraggiata.

Frasi “normali” per un vero uomo di Chiesa. Ma non si è fermato qui. Oltre a definire l’attività omosessuale come

un rischio per la salute molto più grande del fumo“,

ha parlato anche di omofobia. In merito al suicidio di due ragazzi australiani appunto per omofobia, ha spiegato che

se questi suicidi sono connessi all’omosessualità, è un altro motivo per scoraggiare le persone che vanno in quella direzione.

Infine, sempre riguardo all’odio nei confronti delle persone LGBT, ha affermato

a prescindere dalle questioni di giustizia di base da affrontare, non sono sicuro che sia vero che gli omosessuali oggi subiscano lo stesso tipo di svantaggio giuridico e civile che i neri hanno subito negli Stati Uniti  e altrove, e che in una certa misura ancora subiscono.

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Daniela Zeffiro 28.2.19 - 12:42

Qualsiasi cosa abbia detto questo criminale sull'omosessualità mentre praticava il reato di pedofilia, non c'entra nulla con lo stesso reato, attenzioni agli equivoci pericolosi anche da parte nostra. Questo pervertito grida contro all'omosessualità perchè ci crede veramente non perchè fa atti che le si avvicinano, non c'è nessuna associazione con omosessualità e perversione pedofila e mai e pi mai vorrei più ascoltare frasi come quelle che ha detto il suo difensore. Vada in galera e ci resti per tutta la vita. Il reato contro l'infanzia è come l'omicidio e si commette il più grande reato contro i diritti umani.

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