Il 4° quadro festivaliero firmato Achille Lauro, dedicato al punk rock con tanto di matrimonio all’Ariston e bacio a Boss Doms, ha puntualmente scatenato i più celebri omotransfobici politici d’Italia.
Se Mario Adinolfi ha gridato all'”ammucchiata gay“, Simone Pillon ha parlato di “follie Gender”, ripetendo quanto detto e fatto un anno fa, sempre al cospetto di Achille Lauro. Cantante che è stato invece pubblicamente ringraziato da Alessandro Zan, deputato Pd nonché relatore della legge contro l’Omotransfobia, che ha sottolineato come l’esibizione di “Lauro in abito da sposa, con il bacio a Boss Doms, ha generato ancora una volta lo sdegno dei soliti noti omofobi nostrani“.
Finché ci saranno reazioni tali a un bacio tra due persone dello stesso sesso, ci sarà sempre bisogno di artisti come Achille Lauro, che fanno della propria musica una forma d’arte contro pregiudizi e stereotipi che continuano a essere radicati nella nostra società. Nel corso delle sue 71 edizioni Il Festival è sempre stato un veicolo di messaggi e lo specchio della nostra società che cambia ed evolve. È davvero importante che anche quest’anno si sia lanciato un segnale contro omofobia, discriminazioni e pregiudizi.
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