Dopo Mario Adinolfi, che questa mattina si è svegliato dalla parte sbagliata del letto a causa di Achille Lauro e del bacio a Boss Doms all’Ariston, anche Simone Pillon ha puntualmente attaccato il Festival di Sanremo 2021.
Il senatore leghista, come il collega sull’orlo di una crisi di nervi, ha paragonato la kermesse ad un Pride.
“Anche quest’anno il festival viene invaso da baci omosex, sermoni sulla bellezza della transizione sessuale, continuo ammiccamento LGBT, divetti trash che si impiumano e bestemmiano la religione cristiana“, ha scritto Pillon sui social. “Capirai che novità. Tutto già visto. Sogno un festival di Sanremo che sia momento di arte, di musica, di bellezza“.
Come se debba essere lui, Simone Pillon, a decidere cosa possano essere considerate arte, musica e bellezza. Ma il senatore leghista, non contento, ha poi proseguito, dicendosi “stanco di vedere il palco dell’Ariston trasformato in megafono per le follie Gender. Perchè il massimo evento musicale italiano deve diventare anno dopo anno una sorta di ossessivo gay pride? Lo so, abbiamo problemi molto più seri, ma quelli sono pur sempre soldi pubblici, e non possono essere usati per promuovere le false ideologie di parte. Chiedo troppo?”.
Peccato che l’unica follia, come sottolineato da +Europa, sia l’ostentata omotransfobia che ossessiona certi politici nazionali.
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No vabbè con quell'espressione poi unica in tutte le sue apparizioni! Meglio non discuterne! Ce ne sarebbero di belle co sti tizi!