Hiv e stigma, il nostro sondaggio: alcune persone hanno paura a sedersi accanto a una persona Hiv+

I risultati sono incoraggianti, ma esistono ancora preoccupanti sacche di pregiudizio e ignoranza. Ecco i risultati.

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Lo stigma rappresenta uno dei problemi più seri per la lotta ad Hiv e Aids. Sullo stigma l’epidemia trova facile appiglio per diffondersi nell’ignoranza e nella paura.
Per indagare questo fenomeno, il 24 novembre abbiamo pubblicato la survey anonima: “Tu e le persone Hiv positive, quanto pesa lo stigma?.

 

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I NUMERI DEL SONDAGGIO

Hanno risposto alla survey 909 persone.

Il 51,6% di chi ha risposto ha un’età compresa tra i 18 e i 34 anni, il 36,1% tra i 35 e i 54 e il 12,3% ha più di 55 anni. Per quanto riguarda il genere, il 69,3% si dichiara uomo cisgender, il 20,9% donna cisgender e le restanti persone (9,9%) sono persone transgender, non binary o gender nonconforming. Tra le persone rispondenti solo l’11,2% ha un orientamento sessuale etero, tutte le altre sono LGBTQA+ con una prevalenza di persone omosessuali (70,3%).

Il livello di istruzione è scuola media per l’8,8%, diploma di scuola superiore per il 43,4% e laurea per il 47,8%.

La popolazione che ha risposto è pertanto a prevalenza giovane, maschile, omosessuale e con un alto livello di istruzione.

822 persone hanno dato risposte solidali
87 persone hanno dato risposte stigmatizzanti

La survey era composta da 12 domande che andavano ad indagare vari aspetti nell’ambito della vita quotidiana (es. mezzi pubblici, lavoro, coabitazione, sessualità) e la percezione delle persone che vivono con Hiv. Era possibile dare una risposta su una scala da 1 a 10, dove 1 voleva esprimere il massimo disaccordo con l’affermazione e 10 il massimo accordo.

Per questa analisi, abbiamo ritenuto come in disaccordo ovvero per nulla o poco stigmatizzanti i punteggi da 1 a 5 e in accordo ovvero stigmatizzanti i punteggi da 6 a 10.

La media delle risposte date è stata nel 90,4% per niente o poco stigmatizzante contro solo il 9,6% in parte o totalmente stigmatizzante.

I risultati sono molto incoraggianti nel tratteggiare una popolazione inclusiva e poco stigmatizzante, ma ci sono alcune ombre che vale la pena approfondire.

 

SEDERSI ACCANTO A UNA PERSONA HIV+

45 persone sarebbero totalmente a disagio ad avere sedutə accanto una persona con Hiv.

All’affermazione “Non mi sentirei a mio agio se in metropolitana o in autobus una persona Hiv si sedesse a fianco a me”, poco più del 5% ha risposto di essere parzialmente d’accordo e il 4,3% (45 persone) di essere totalmente in accordo. La sola idea di poter condividere un mezzo pubblico sembra ancora spaventare una parte della popolazione, nonostante l’assenza di un pericolo effettivo. Forse non è tanto una questione di paura, quanto più sapere che esistono le persone Hiv positive a provocare disagio nelle persone. In Italia oggi vivono 130.000 persone con Hiv. Quindi è probabile che unə parente, unə amicə, unə commerciante o la persona davanti a noi nella fila alle poste, potrebbe avere l’Hiv.

 

BERE DALLO STESSO BICCHIERE DI UNA PERSONA HIV+

46 persone non berrebbero mai dallo stesso bicchiere di una persona Hiv positiva.

All’affermazione: “Non berrei mai dallo stesso bicchiere in cui ha bevuto una persona Hiv positiva”, poco più del 5% ha risposto di essere parzialmente d’accordo e il 5% (46 persone) di essere totalmente in accordo. Sembra quindi che la questione del contatto di saliva, che sappiamo sin dagli anni 80’ non essere veicolo di trasmissione del virus dell’Hiv, spaventi ancora molto le persone.

 

INTERROMPERE UNA RELAZIONE CON PARTNER CHE SI SCOPRE HIV+

65 persone metterebbero probabilmente fine alla propria relazione se lə partner dicesse di avere l’Hiv, 23 persone di sicuro.

All’affermazione: “Se lə miə partner mi dicesse di avere l’Hiv, penso che metterei termine alla nostra relazione”, il 70,6% delle persone ha risposto in totale disaccordo. Il 7,2 % (65 persone) ha espresso un voto in accordo il 2,5% in totale accordo. Sembra che ancora oggi l’Hiv sia una cosa che allontana le persone, anche in caso di rapporti consolidati come le relazioni. Non ci stiamo forse dimenticando che l’Hiv è un virus e lə partner sono persone?

 

CONOSCERE STATO SIEROLOGICO DI UNə PARTNER PRIMA DI AVERE UN RAPPORTO SESSUALE

374 persone pretendono di dover conoscere lo stato sierologico di unə partner prima di farci sesso; 555 persone ritengono di doverlo sapere; solo 184 persone non pensano sia per nulla necessario.

Ancora più forte il risultato dell’affermazione “Penso che una persona Hiv positiva dovrebbe avvisarmi prima di incontrarla per farci sesso”. Solo il 38,9% (184 persone) delle persone rispondenti infatti, si è dichiarato in disaccordo. Il restante 61,1% (555 persone) ha risposto con un punteggio da 6 a 10, in accordo con questo tema e di questi, ben il 41,1% crede che sia assolutamente obbligatorio conoscere lo stato sierologico positivo dellə partner sessuale prima di farci sesso.

 

IL PRINCIPIO U = U NON È ANCORA ABBASTANZA CONOSCIUTO

Allo stato attuale del progresso scientifico, sappiamo che una persona con Hiv con carica virale non rilevabile grazie alla terapia efficace non può trasmettere il virus (principio  U = U leggi approfondimento >), nemmeno attraverso rapporti sessuali non protetti. Le persone con Hiv in Italia che hanno uno carica virale non rilevabile sono più del 95%. Nonostante ciò, sembra che lo stigma nei confronti di unə possibile partner sessuale sia ancora molto forte, e che le persone si sentano legittimate nel bisogno di conoscenza dello stato sierologico.

Ci sarebbe stato lo stesso desiderio di conoscenza se invece dell’Hiv, avessimo indagato lo stigma verso altre infezioni a trasmissione sessuale? Non sarebbe meglio avere una strategia per proteggere sé stessi invece che relegare la responsabilità della propria salute al partner?

Stigma e pregiudizi non sono alleati di salute e benessere.

 

Photo by Jeremy Perkins on Unsplash

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