Uno studio ha dimostrato che in Italia la fobia verso le persone che vivono con Hiv è ancora diffusa. Nonostante siano ormai molte anche le celebrità che vivono la positività all’HIV apertamente alla luce del sole: qui vi raccontiamo di 10 persone famose che vivono con Hiv.
Oggi la scienza ha dimostrato che un soggetto Hiv positiva che sia sottoposto a un efficace trattamento farmacologico non è contagioso. Eppure lo stigma verso le persone che vivono con Hiv è ancora persistente.
Si pensi al fatto che in pochissimi sono a conoscenza del principio U=U, e cioè Undetectable=Untransmittable. Le persone non sanno che una persona Hiv positiva, se assume regolarmente la terapia antiretrovirale ed essa è efficace, non è contagiosa.
Cosa significa U=U (Undetectable=Untransmittable)
Undetectable=Untransmittable significa letteralmente Non rilevabile=Non trasmissibile. Quindi, se una persona è Hiv positiva ed assume correttamente farmaci antiretrovirali efficaci, il virus è talmente poco da non essere rilevabile nel sangue, poiché è contenuto e bloccato dalla terapia. In pratica, è come se non ci fosse. Per questo, la persona non è in grado di trasmettere il virus, sebbene il virus sia nel suo corpo. E diciamo pure grazie alla scienza e alla ricerca.
Tackle Hiv – Affronta il contatto con il virus
La scorsa primavera, durante il campionato 6 Nazioni di Rugby, sono stati resi noti i risultati di un sondaggio online, denominato “Tackle Hiv” (qui vi avevamo parlato dei risultati globali) nel quale si è cercato di indagare la profondità dello stigma per l’Hiv nel contesto italiano. Tackle in inglese significa letteralmente “affrontare” ed è un termine usato sovente nello sport: nel rugby è come dire “placcare”, nel calcio invece è un intervento per togliere la palla all’avversario. Quindi “Tackle Hiv” è per indicare quel momento esatto in cui, come l’atleta mette da parte le paure e affronta senza timore il contatto fisico con l’avversario, una persona affronta e placca senza timore l’Hiv. Perché da un lato, è sempre doveroso fare il test e – se si risulta positivi all’Hiv – partire subito con la terapia antiretrovirale. E dall’altro è necessario sapere che una persona Hiv positiva in terapia efficace non è contagiosa.
La ricerca qualitativa, supportata da ViiV Healthcare, in collaborazione con Milano Check Point per il focus italiano, ha evidenziato come ci siano buone speranze sull’abbattimento dello stigma, ma soltanto se si osservano le risposte fornite dalle persone più giovani.
Altro dato emerso è che le donne italiane sono nettamente più propense ad accettare l’omosessualità degli uomini italiani.
Analisi sulla profondità dello stigma per l’Hiv in Italia
Il sondaggio, realizzato tra il 7 e il 14 Dicembre 2021, ha interpellato 1.007 persone, rappresentative della popolazione generale italiana, e ha preso in esame 7 questioni considerate significative nell’analisi della profondità dello stigma per l’Hiv nella società italiana.
- accettazione dell’omosessualità
- disponibilità al test per l’Hiv
- la possibile fine di un rapporto se il partner comunica di essere Hiv positivo
- i motivi per cui il rapporto viene interrotto
- disposizione personale a comunicare la propria positività all’Hiv ad amici e parenti
- conoscenza di U=U
- se il partecipante conosce qualcuno che vive con l’Hiv
Accettazione dell’omosessualità nella popolazione italiana
La domanda sulla completa accettazione e sostegno per le persone omosessuali ha mostrato una differenza significativa tra uomini e donne. Il 79% delle donne ha dimostrato una completa accettazione e un solido sostegno verso le persone omosessuali, mentre negli uomini la percentuale è molto più bassa: il 57,8%. Rispetto all’età, il sondaggio ha sottolineato come i giovani dimostrino un’accettazione dell’omosessualità significativamente maggiore. Anche il livello di istruzione contribuisce alla piena accettazione dell’omosessualità. Dalla ricerca emerge che le persone laureate hanno una propensione all’accettazione del 75,3%, contro il 65,6% delle persone non laureate.
I giovani hanno meno paura e meno stigma per l’Hiv
L’età ha avuto un impatto significativo anche sulla disponibilità a fare il test per l’Hiv: i giovani sono maggiormente predisposti ad effettuarlo. Sono anche meno sottoposti allo stigma verso il partner e dunque tendono meno a finire una relazione dopo la scoperta della positività dell’altr*. I giovani si sono dimostrati anche maggiormente a conoscenza del principio U=U (Undetectable=Untransmittable).
Isole e Sud Italia fanno meno test Hiv
Preoccupante la differenza di propensione al test tra “Isole e Sud Italia” e il resto del Paese. Interrogate su precedenti test Hiv svolti, le persone intervistate hanno comunicato di aver svolto almeno un test con queste percentuali: il 28,5% al Nord, il 27,7% al Centro e soltanto il 15,4% nel Sud/Isole.
L’istruzione incide sull’abbattimento dello stigma per l’Hiv
Un livello di istruzione più elevato ha un impatto sulla conoscenza del principio U=U (Undetectable=Untransmittable). Il 22,3% delle persone laureate ne sono a conoscenza, mentre le persone non laureate il 16,7%.
La buona notizia dunque è che lo studio ha evidenziato un’elevata accettazione dell’omosessualità, sebbene siano le donne – come detto – ad avere maggior propensione all’accettazione. Tuttavia, per quanto riguarda l’Hiv, emerge un quadro ancora preoccupante sullo stigma verso le persone che vivono con Hiv. La sierofobia è ancora diffusa e il rischio di contagio non viene percepito. Ed è proprio l’alto stigma per l’Hiv il maggior alleato per la diffusione del virus.
Per questo, è altrettanto preoccupante la mancanza di conoscenza del principio U=U (Undetectable=Untransmittable).
I risultati sulla popolazione giovane sono tuttavia incoraggianti: i giovani sono più inclusivi e liberi da pregiudizi e stigma, e hanno una maggiore conoscenza dell’Hiv rispetto alle persone non giovani. Se ne deduce dunque che informazione e istruzione saranno fondamentali nel combattere il pregiudizio e lo stigma.
Cover by DIEGO SANCHEZ on Unsplash
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