Storia di un coming out coraggioso, Yair Cherki, giornalista e figlio di un rabbino

Il travolgente sostegno da colleghi, politici e utenti sui social.

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Yair Cherki, corrispondente per il Canale 12, la rete più seguita in Israele, ha reso pubblico il proprio coming out attraverso un post sui social media martedì scorso. La notizia ha ricevuto ampio sostegno da parte di  colleghi, politici e utenti dei social media.

“Tremano le mani mentre scrivo queste parole. Amo gli uomini e amo Dio, e ciò non è né contraddittorio né nuovo.”

Parole che hanno dimostrato la grande sfida affrontata dal giornalista, cresciuto in una comunità religiosa, e figlio di un rabbino locale. Dopo aver servito nell’esercito, Cherki era stato assunto come giornalista specializzato in questioni teologiche per la rete, posizione che ricopre dal 2014.

Nella sua dichiarazione, ha affrontato il conflitto tra le sue convinzioni religiose e il suo orientamento sessuale. Ha raccontato come abbia cercato di “riconciliare” le due parti “in tutti i modi possibili”, lottando e tentando di reprimere la propria identità, senza però mai riuscire a farlo.

Ora ho 30 anni, e scrivo non perché ho la forza di farlo, ma perché non ho la forza di tacere. [Ma scrivo anche] per mio figlio che non è ancora venuto al mondo”, ha aggiunto. “Questo non è né un trend né una presa di posizione politica: è semplicemente chi sono“.

Il coraggio di Cherki  non è passato inosservato, soprattutto per il modo in cui il giornalista ha scelto di condividere una verità potenzialmente scomoda.

So che questo addolora persone care a me che amo molto e che mi amano. Spero che uno spazio nella vostra anima che vi permetterà di assimilare la questione in modo adeguato“.

La dichiarazione di Cherki ha ricevuto ampio sostegno sui social media, con più di 88.000 mi piace su Facebook e quasi 31.000 su Twitter. I suoi follower hanno elogiato la sua coraggiosa dichiarazione e la sua integrità. Anche politici di diversi partiti hanno risposto al suo post con parole d’incoraggiamento, dimostrando l’importanza di questo gesto per la comunità.

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Il fatto che Cherki avesse tagliato i suoi payot, i riccioli laterali portati da alcuni uomini e ragazzi ortodossi, era stato notato dal giornale. Questo gesto, unito alla sua dichiarazione, denota la sua volontà di esprimere sé stesso autenticamente e di abbracciare la sua identità.

L’ampio sostegno da parte di colleghi e politici, ma anche sui social, è una dimostrazione di come la società israeliana sta progredendo nella comprensione e nell’accettazione delle differenze. Cherki ha dimostrato che l’orientamento sessuale non dovrebbe essere un ostacolo per la realizzazione personale e professionale, e che la diversità fa parte dell’essere umano.

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