Drag Syndrome è il primo collettivo di drag queen e drag king con sindrome di Down, la compagnia è stata fondata dal direttore artistico Daniel Vais nel 2018 a Londra.
Il punto di partenza è l’arte, prima della sindrome di Down, prima del cromosoma in più, prima della disabilità, prima di tutto, così recita il loro slogan.
Gli spettacoli hanno suscitato sin da subito un’esplosione mediatica folgorante e un tour di successo in tutto il mondo, ma anche un interesse talvolta diffidente, critico, che non sembra tuttavia turbare per nulla Daniel e le sue queen; e ne hanno veramente per tutti i gusti, da Horrora Shebang, conosciuta anche come Madame Shebang in alcuni circoli ristretti, una str0nza super importante in molti quartieri del mondo che ha vinto Miss Alternativa Wilderness 2018, o Lady Francesca, una delle regine più feroci in circolazione, prepotente, selvaggia, nota per il suo aspetto mozzafiato e il suo spirito gentile, fino a Nikita Gold, imprenditrice e donna d’affari, ballerina con mosse da urlo e un sublime gusto per la musica e la moda.
Drag Syndrome è prodotto da Culture Device, catalizzatore di talenti artistici, dove vengono coreografati, prodotti e promossi eventi socio-culturali nel Regno Unito e all’estero.
Culture Device è stato fondato nel 2010, ha realizzato oltre 15 progetti con artisti con sindrome di Down, raggiungendo oltre 150 milioni di persone; tra questi troviamo Drag Syndrome, Culture Device Dance Project, una compagnia di danza innovativa per danzatori professionisti con DS, e Radical Beauty Project che vuole sfumare i confini tra arte, fotografia e moda, lavorando per fornire una visione alternativa della bellezza di oggi.
Abbiamo incontrato Daniel Vais.
Come nasce Drag Syndrome?
Abbiamo un paio di altri progetti a cui stiamo lavorando, il Radical Beauty Project e il Culture Device, e cerchiamo sempre di espanderci e di provare nuove idee. Un giorno siamo stati invitati a esibirci in un locale nella zona est di Londra, siamo andati a vedere lo spazio con gli artisti che volevano provare il drag. Abbiamo fatto un’unica serata di performance come esperimento, senza alcuna intenzione specifica per gli spettacoli futuri. La serata è stata incredibile, gli artisti l’hanno adorata e ci hanno chiesto un secondo spettacolo. Così abbiamo fatto e il resto ed è storia.
Qual è il messaggio che volete trasmettere con il vostro lavoro?
Non abbiamo iniziato il progetto con l’idea di trasmettere un messaggio in sé, ma perché volevamo mettere in mostra il nostro talento e il nostro lavoro di artisti che si esprimono, creano arte favolosa e divertono. Mostriamo che le persone con disabilità possono fare la differenza nel mondo dell’arte e nella società in generale. Dimostriamo che gli artisti con sindrome di Down possono avere una carriera importante nell’arte.
Come vengono scelti i soggetti, i nomi, le performance e gli abiti dei vostri spettacoli?
Lavoriamo con grandi stilisti come Pam Hogg, Sophie Cochevelou, Stefano De Lellis e altri; progettiamo gli abiti per lo spettacolo, ogni artista sceglie il proprio nome d’arte, il proprio personaggio e lo stile della performance. Ognuno è diverso, siamo eclettici. La drag è una forma d’arte potente che ci dà la possibilità di esprimere noi stessi, di essere audaci, rumorosi e sorprendenti. Siamo molto bravi in quello che facciamo e lo amiamo.
Quali sono state le reazioni del mondo drag?
Siamo amici e colleghi di molti altri artisti drag. Ci esibiamo in tutti i principali eventi e festival drag come RuPaul’s DragCon, Dragfest e altri. Riceviamo grandi complimenti e sostegno dalle drag internazionali. Siamo molto amici di grandi artisti come Michelle Visage, The Vivienne, Baga Chipz, Jaida Essence Hall, Vanessa Vanjie Mateo e molti altri. È fantastico ricevere un buon feedback dai colleghi perché siamo fantastici.
Pensi che il problema dell’inclusività sessuale, etnica ed estetica sia solo una tendenza del momento?
Potrebbe essere una tendenza o un cambiamento, dipende dalla società. Sarà il tempo a dirlo.
Noi non siamo una tendenza, non aspettiamo che la società ci accetti, creiamo la nostra realtà e viviamo la nostra vita con integrità, creatività e amore. Abbiamo dimostrato che gli artisti con difficoltà di apprendimento possono creare un’arte potente, con un’estetica straordinaria che viene celebrata in tutto il mondo.
Il vostro progetto ha avuto molto successo ma anche critiche, cosa pensate non sia stato capito?
Sì, abbiamo avuto molto successo perché siamo artisti agguerriti e grandi intrattenitori. Ci siamo guadagnati il successo lavorando sodo ed esibendoci in tutto il mondo. Ogni artista è soggetto a critiche, è la natura dell’arte. Riceviamo molti feedback positivi dal nostro pubblico che ci ama, e questo è l’importante. Le critiche dei bigotti non sono valide perché vogliono solo diffondere odio. A noi non dà fastidio, sappiamo quanto valiamo. Ci scuotiamo i capelli avanti e indietro e scacciamo tutti gli odiatori. Stanno solo perdendo tempo, noi siamo troppo favolose. La gelosia è una malattia.
Le persone con disabilità di apprendimento hanno sempre bisogno di giustificarsi, vengono trascurate e criticate, quindi per noi non è una novità. Noi ci concentriamo sulla nostra integrità, sulla realizzazione di grandi opere e sull’ispirazione per gli altri. Lo facciamo per noi stessi, non per gli altri. Questo è ciò che conta per noi. Chi non è d’accordo, può sempre succhiare un limone.
Come volete far crescere il vostro progetto in futuro?
Siamo nel bel mezzo di un tour internazionale che durerà fino alla fine del 2023. Abbiamo in programma di continuare a lavorare e collaborare con altri artisti, organizzazioni e con la comunità drag in tutto il mondo. Abbiamo anche lanciato Drag Syndrome in Germania a giugno, il che è molto eccitante, e ci espanderemo ad altri Paesi nel corso dell’anno e oltre.
https://www.instagram.com/dragsyndrome/
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