Il Liguria Pride 2023 celebra i corpi disobbedienti e irriverenti: “Non c’è futuro senza diritti sociali e civili”.

“Associazioni LGBT+, femministe, per i diritti civili e tante persone hanno costituito una realtà organizzata che oggi è anche uno spazio di aggregazione e un laboratorio politico e progettuale”

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liguria pride 2023 intervista gay.it
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L’Onda Pride 2023 è iniziata con un trionfo di amore multicolore. Sono già sei le città che sono scese in piazza per celebrare il proprio orgoglio e rivendicare i propri diritti: qui vi abbiamo raccontato le giornate del 27 maggio e del 3 giugno che hanno visto festeggiare i primi Pride.

Quest’anno l’Onda Pride ha raggiunto un record arrivando a contare oltre 50 Pride organizzati in tutta Italia e tutti, dai più grandi ai più piccoli, sono necessari e più che mai importanti per la comunità LGBTQIA+, chiamata ancora una volta a fare fronte comune contro gli attacchi del governo Meloni. I segnali che la politica governante sta lanciando sono sempre più preoccupanti, ma la comunità è pronta a tenere duro e reagire.

Gay.it ha deciso di provare a dare voce a tutte le realtà che nella penisola, da nord a sud, portano in piazza e tra le strade delle città l’orgoglio LGBTQIA+, senza arrendersi. Qui trovate le nostre interviste al Piacenza Pride 2023, al Novara Pride 2023 e al Pavia Pride 2023.

Sabato 10 giugno vedrà anche il Liguria Pride 2023 scendere in piazza nel capoluogo della regione, Genova. Dopo il Sanremo Pride di aprile, che vi abbiamo raccontato qui, abbiamo dato voce al Coordinamento Liguria Rainbow che organizza il Liguria Pride, che chiude il Liguria Pride Village iniziato lo scorso 3 giugno.

 

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Comune e Regione hanno dato patrocinio? Quali istituzioni locali avete dichiaratamente dalla vostra parte?

Nel 2017 subito dopo il suo insediamento a pochi giorni dal Liguria Pride, il sindaco Marco Bucci esordì dicendo che non avrebbe mai dato il patrocinio del Comune a questa manifestazione, che l’anno successivo bollò come “offensiva e divisiva”. Il 2018 fu l’anno del rifiuto dato alla nostra richiesta formale di patrocinio per gli eventi in occasione del 17 maggio e del Pride. Da allora non lo abbiamo più richiesto, né abbiamo cercato forme di dialogo con la nostra amministrazione locale, decisamente posizionata su politiche omofobe e razziste, oltre che impopolari. I pochi municipi guidati dalle opposizioni sono vincolati dall’accentramento dei poteri realizzato dal sindaco e pertanto possiamo dire che le istituzioni genovese e ligure non sono dalla parte della comunità.

Qual è il rapporto della comunità queer locale con il sindaco e la giunta?

Anni di governo fascio-leghista hanno prodotto purtroppo anche delle divisioni rispetto all’approccio con le istituzioni e le politiche locali. Se il Coordinamento Liguria Rainbow ha scelto di seguire passo passo le politiche della Giunta per agire un costante monitoraggio e critica delle decisioni più odiose, Arcigay Approdo ha mantenuto il dialogo e ha beneficiato di bandi e patrocini per le sue attività e per avere una sede. Altra parte della comunità invece va oltre il nostro attenzionamento critico, costruendo spazi transfemministi e queer senza intervenire sulla politica locale.

Il Pride ha un tema specifico? Un motto… ecc?

Ogni anno abbiamo dato un tema al Liguria Pride e da quando lo realizziamo (2019) anche al Liguria Pride Village. Quest’anno il Liguria Pride celebra i CORPI: i nostri, qualunque e comunque, concreti, desiderati e immaginati. Corpi DISOBBEDIENTI e IRRIVERENTI che si contrappongono all’ordine sociale patriarcale, razzista, abilista, grassofobico e omolesbobitransfobico che li pone ai margini. Corpi INTERCONNESSI, in relazione gli uni con gli altri, interdipendenti e fragili, ma liberi di scegliere e costruire i propri legami. Corpi EXTRA-ORDINARI non rinchiusi nelle gabbie dei modelli conformi, astratti e genderizzati. Corpi quindi EXTRA-VAGANTI, come lo erano quelli di chi ha fatto la storia del movimento LGBTQIA+ e dei movimenti femministi.

Ci raccontate brevemente il percorso della parata?

Abbiamo un percorso standard che ogni anno attraversa le vie del centro città per terminare nella piazza centrale e simbolica di Genova. Ogni secondo sabato di giugno la Parata parte da via San Benedetto (presso la sede della Comunità di San Benedetto al Porto, animata per anni da Don Gallo), passa a fianco della stazione ferroviaria di Piazza Principe, scende da via Balbi dove hanno sede le facoltà umanistiche dell’Università di Genova, attraversa le due gallerie (dove essere finalmente all’ombra ma dove si accendono gli animi e sale la musica e salgono i cori), passa da piazza Corvetto nei pressi della Prefettura, scende per via Serra verso la stazione Brignole, gira per via Fiume e risale da via XX Settembre per giungere nella piazza De Ferrari dove il carro del Liguria Pride si posiziona davanti a Palazzo Ducale e diventa palco per discorsi e musica. Sono circa 4 chilometri, tra salite, discese e pianura. 11 carri di cui 2 del Coordinamento Liguria Rainbow e poi di associazioni, sindacati, della comunità ecuadoriana e di Transatlantica.

Quali interventi a voce sono previsti sul palco dopo la parata?

Abbiamo da tempo scelto di avere dal palco una comunicazione quanto più emozionale e breve, lasciando al corteo, ai giorni del Village e a tutto l’anno lo svolgimento dei temi dell’attivismo dei movimenti, nostro e degli alleati. Dal palco leggeremo la versione ridotta del nostro manifesto politico, dedicato ai Corpi Extra-Vaganti, ma visto il clima politico attuale, ci sarà un intervento dedicato agli attacchi del governo contro i diritti e le libertà, quelle conquistate e quelle che vogliamo. A questo si aggiunge la lettura del comunicato della Campagna Pride Italia 23 a cui abbiamo dato una adesione ‘condizionata’.

Quali sono le associazioni e i soggetti che hanno organizzato il Pride?

Chi organizza il Liguria Pride è il Coordinamento Liguria Rainbow, una rete di associazioni gruppi collettivi e singole/i/* che si è costituita nel 2014 quando si è sentita l’urgenza di dare una risposta costruttiva contro l’ascesa delle Sentinelle in piedi e dell’onda nera che era all’orizzonte. Associazioni LGBT+, femministe, per i diritti civili e tante persone hanno costituito una realtà organizzata che oggi è anche uno spazio di aggregazione e un laboratorio politico e progettuale, con una bellissima sede centrale e di facile accesso. Il Village e il Pride sono i momenti più intensi dove si concentrano e poi esplodono le energie accumulate e dove sbocciano le idee e i progetti del nostro attivismo presente 365 giorni all’anno.

Che messaggio volete mandare alla politica nazionale?

Non faremo passi indietro, siamo comunità unita e resistente, non c’è alcun futuro senza diritti sociali e civili.

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