Elizabeth Taylor si è spenta all’ospedale Cedars-Sinai Medical Center di Los Angeles per un’insufficienza cardiaca. Aveva 79 anni ed era malata da tempo.
Noi la ricorderemo soprattutto per quello sguardo unico, vibrante, mentre osserva (o immagina) i suoi "amori impossibili" in capolavori queer quali La gatta sul tetto che scotta con Paul Newman o il quasi gore ‘Improvvisamente l’estate scorsa’, entrambi tratti da Tennessee Williams. O nei memorabili duetti col suo grande amico Rock Hudson, di cui si invaghì sul set de Il Gigante, mentre fuori dal set salvò addirittura la vita a Montgomery Clift dopo un brutto incidente d’auto estraendogli due denti dalla gola. O ancora vitale e sottilmente furente mentre tradisce il marito gay colonnello (nientemeno che Marlon Brando) nel caposaldo lgbt Riflessi in un occhio d’oro di John Houston.
Sette mariti e otto matrimoni (due volte con l’amore di una vita, Richard Burton, nel ’64 e ne ’75, conosciuto sul set di Cleopatra), la leggendaria Liz – diminutivo che non amava – divenne celebre già all’età di 11 anni nel baby cult Torna a casa Lassie.
Diva massima, ultima star della grande Hollywood che raggiunse il suo fulgore tra gli anni Cinquanta e Sessanta, vincitrice di due Oscar (per Chi ha paura di Virginia Woolf? e Venere in visone), è stata molto attiva nella causa contro l’Aids, in particolare dopo che la malattia, nel 1985, le portò via il grande amico Rock Hudson.
Nel 1991 l’attrice fondò l’ETAF, (Elizabeth Taylor Aids Foundation) che si occupa a livello mondiale di prevenzione e cura dal virus HIV raccogliendo nel corso degli anni più di 50 milioni di dollari da destinare alla ricerca.
"Piangiamo la perdita di un’attrice leggendaria, un’imprenditrice e un’attivista senza paura" hanno dichiarato i vertici della Fondazione. La famiglia della Taylor, nel ringraziare i molti ammiratori che hanno espresso le loro condoglianze, ha invitato a non inviare fiori ma contributi per la ricerca contro l’Aids.
"Mia madre era una donna straordinaria che ha vissuto la vita al massimo, con grande passione, umorismo e amore" ha dichiarato uno dei quattro figli, Michael Wilding. "Anche se la sua perdita è devastante per quelli di noi per cui era così vicina e così cara, saremo sempre ispirati dall’eterno contributo che ha dato al nostro mondo. Il suo lavoro nel cinema, il suo continuo successo come donna d’affari, il suo coraggio e la lotta implacabile contro l’Hiv e l’Aids, ci rendono incredibilmente orgogliosi di quello che ha fatto. Sappiamo, molto semplicemente, che il mondo è stato un posto migliore grazie alla presenza di nostra madre. La sua eredità non tramonterà mai, il suo spirito sarà sempre con noi, e il suo amore vivrà per sempre nei nostri cuori".
"Sono molto addolorato" ricorda Franco Zeffirelli. "Abbiamo perso una figura memorabile che ho avuto la fortuna di conoscere e di lavorarci in due film (La bisbetica domata e Il giovane Toscanini, ndr). Purtroppo tramontiamo tutti. Con lei muore una diva come non esistono più".
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