Ha creato inevitabili malumori l’ennesimo stop di ieri alle legge contro l’omotransfobia, la misoginia e l’abilismo in Commissione Giustizia del Senato. Ancora una volta, i lavori al ddl Zan sono stati bloccati, tra l’esultanza di personaggi come Pillon e la delusione della comunità LGBT. E in particolare del relatore della legge, Alessandro Zan.
Lo sfogo di Alessandro Zan: “Ostellari sia super partes”
In un comunicato, il deputato del Partito Democratico ha manifestato tutta la sua contrarietà all’ostruzionismo portato avanti dalla Lega, che guida la commissione di Palazzo Madama in cui il ddl è chiuso in un cassetto.
Ed è proprio al presidente, il senatore Ostellari, a cui Alessandro Zan si rivolge, chiedendo di essere super partes, poiché è chiaro a tutti che con la sua approvazione, il dialogo sul ddl potrebbe ripartire ed essere calendarizzato.
Alessandro Zan parla dell’ennesimo tentativo leghista di bloccare l’iter della legge, e chiede “Ostellari sia finalmente super partes“.
Dopo la mancata convocazione della scorsa settimana, per l’ennesima volta è stato sconvocato l’Ufficio di Presidenza della Commissione Giustizia al Senato, chiamato a decidere sulla calendarizzazione della legge contro l’omotransfobia, la misoginia e l’abilismo.
La Lega, tramite il Presidente Ostellari, non può però continuare a tenere in ostaggio un’intera Commissione per una presa di posizione ideologica, solo per non incardinare la discussione di questo provvedimento necessario: nelle sue funzioni di Presidente di Commissione, Ostellari dismetta la casacca di partito e sia figura super partes, come il suo ruolo istituzionale impone.
Auspico quindi che al più presto sia finalmente convocato l’Ufficio di Presidenza e sia data alla Commissione e al Senato la possibilità di esprimersi con il voto su una legge di civiltà, già approvata alla Camera con un’ampia maggioranza, che deve ora continuare il suo iter di approvazione. La Lega, con questi tentativi di insabbiamento, sta facendo perdere tempo prezioso al Parlamento.
E Zan ha ragione: sono il presidente e l’ufficio di presidenza (composto da Presidente, da due Vice Presidenti e da due Segretari) a decidere “il programma e il calendario dei lavori della Commissione”, quindi l’ultima parola spetterebbe al presidente Ostellari, il quale però ha preferito non procedere.
Ma ormai è chiaro a tutti: l’obiettivo della Lega è quello di rimandare il più possibile i lavori sul ddl Zan, lasciandolo chiuso in un cassetto, come avvenuto per la vecchia legge Scalfarotto, rimaneggiata e rinviata decine e decine di volte, ed infine dimenticata.
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Piu’ che altro serviva una parola di Draghi sull’argomento che non c’e’ mai stata, dovrebbe essere istintivo in una persona, nonostante tutto.