Ali + The Stolen Boy vuole farci ballare, più liber* e feroci che mai.
Il suo nuovo singolo Errore di Sistema è un infuso di dance contemporanea con elementi di pizzica pugliese. Scritta come risposta ad un “ricco ragazzo bianco”, la canzone – cantata in italiano, inglese, e francese– diventa una lettera d’amore alle sue origini, un’ode catartica e liberatoria ai corpi queer asfissiati e martoriati. Una danza dolce-amara, che ricongiunge la persona che è oggi con le proprie origini familiari e culturali, lasciando spazio per un messaggio di speranza: “L’utopia per me è nella mia quotidianità” dice in un’intervista per FY!: “Ho sempre dovuto osservare il mondo in forme diverse“.
L’artista – non binary e italo-francese – si ribella ai retaggi della società sin dal proprio nome d’arte, Ali + The Stolen Boy (letteralmente “il ragazzo rubato“): “Sono un ragazzo rubato, una proiezione che le altre persone su di me” spiega “È il mio modo per dire fanc*lo a tutte quelle persone che mi vedono come un ragazzo“. Nutrito da punti di riferimento come St. Vincent, Anna Calvi, e Stromae, Ali + The Stolen Boy è simbolo di un’industria musicale in costante rinnovo, che trova spazio per nuove narrazioni e identità stratificate: “Il 90% dei produttori al mondo sono uomini – e mi piacerebbe che questo cambiasse. Vorrei che il potere sia condiviso con diverse identità, comunità, e persone.” dice a FY!.
Errore di Sistema – prodotto insieme a Giuliano Pascoe e i musicisti Martin Nicastro e Livia Phoebé – è solo un assaggio del suo nuovo ep, in arrivo il prossimo Giugno. Nel frattempo, ai suoi concerti ha l’obiettivo di farci divertire, scrollandoci di dosso ogni schema o pregiudizio: “Voglio che vi sentiate liberi di essere chiunque vogliate ai miei concerti“.
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