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Studenti in affitto a Bologna: coinquilini e proprietari discriminano anche in base all’orientamento sessuale

Tra discriminazioni e domande, trovare un alloggio a Bologna è più difficile del previsto.

bologna
2 min. di lettura

La Fondazione Innovazione Urbana di Bologna ha concluso uno studio sulla situazione abitativa per gli studenti fuori sede che si trasferiscono nel capoluogo emiliano per frequentare l’Università. La ricerca si è concentrata su 11.427 studenti, di cui 7.000 erano fuori sede. Questi 7000 comprendono sia stranieri che non residenti a Bologna. E che quindi hanno dovuto cercare una sistemazione in città per frequentare il proprio corso di studi.

Bologna è sempre stata una città universitaria rinomata, giovane e anche molto aperta. Consci del fatto che nessuna città è immune dall’omofobia, anche Bologna è stata teatro di qualche discriminazione e violenza, ma tutto sommato è una delle città italiane dove una persona omosessuale può vivere la propria sessualità senza problemi. Ma come affermato qualche riga più in sù, le discriminazioni non mancano, soprattutto quando uno studente LGBT cerca casa. Quello su cui la Fondazione Innovazione Urbana si è concentrata è stata appunto la tipologia di annunci che gli aspiranti studenti universitari dell’Ateneo di Bologna sono incappati, e quali discriminazioni hanno riscontrato.

bolognaCercare un alloggio a Bologna: no materie umanistiche, no matricole, no omosessuali

Forte provincialismo“. Queste le parole utilizzate da Nicola De Luigi, ricercatore Alma Mater. “C’è un forte provincialismo che sfocia spesso in discriminazione“. Non sono opinioni personali, bensì i risultati della ricerca. Tra origine, orientamento sessuale e perfino l’indirizzo di studi scelto, proprietari e coinquilini possono approvare o bocciare un possibile affittuario. Non si guarda più solo la disponibilità economica, per accertarsi che il nuovo arrivato possa mettere la sua parte ogni mese per le spese.

L’indagine su Bologna ha stabilito che più della metà, il 63%, deve superare per prima cosa un colloquio con il proprietario. Se nella stragrande maggioranza (60%) si guarda appunto alla situazione finanziaria dell’affittuario e della propria famiglia, il 4% degli studenti hanno dovuto indicare al proprietario della casa il proprio orientamento sessuale, mentre il 5% la religione. Percentuale particolarmente diversa quando a fare il colloquio sono gli altri potenziali coinquilini. Le domande sull’orientamento sessuale vale il doppio, e sale all’8,4%. Diverso invece il credo religioso, che cala di un 65%: gli studenti a cui è stata chiesta la religione da parte dei coinquilini è del 3,2%.

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