Cate Blanchett torna sull’argomento, a 3 mesi dalle polemiche che si erano create attorno agli attori etero che interpretano parti omosessuali.
La storia inizia con Scarlett Johannson, nel luglio 2018. L’attrice aveva ricevuto l’offerta di entrare nel cast di Rub & Tug, diretto da Rupert Sanders, per interpretare il personaggio principale, ovvero il gangster Dante Tex Gill. Questo sarebbe stato un personaggio transgender, essendo nato nel corpo di una donna in cui non si riconosceva. Numerose associazioni LGBT+ protestarono per la scelta di conferire a una donna etero la parte. Portando alla fine l’attrice a lasciare.
Cate Blanchett, dopo le critiche e a distanza di diversi mesi, ha colto l’occasione di un suo intervento alla Festa del Cinema di Roma per dare una sua opinione, citando anche il ruolo ricoperto nel film Carol (la storia dell’amore di due donne lesbiche), difendendo gli attori eterosessuali che decidono di recitare parti LGBT. Secondo l’attrice vincitrice di due premi Oscar, un professionista del mondo del cinema non deve tanto guardare l’orientamento sessuale del personaggio che andrà a interpretare, perché è un modo di esplorare “un periodo di tempo, un insieme di esperienze, un evento storico“. Rifiuta, quindi, la convinzione per la quale “le persone creano un legame profondo con un personaggio solo quando è vicino alla loro esperienza“.
“Fare l’attore è un esercizio antropologico”
Questa l’opinione di Cate Blanchett, che porta ogni attore a scoprire nuovi orizzonti e nuove esperienze. Esperienze solitamente più impegnative, soprattutto quando un film parla apertamente del tema dell’omosessualità. Ma è proprio la difficoltà dell’interpretazione che contribuisce a motivare ancora di più l’attrice, che ha affermato: “Quando una cosa è difficile, per me è come un panno rosso per un toro. Mi fa venire voglia di buttarmi a capofitto“.
Cate Blanchett è solo l’ultima ad aver preso “le difese” degli attori etero che rivestono personaggi gay. Anche Sir Ian MKeEllen (Magneto e Gandalf) era tornato sul tema, lamentando una certa avversione tra la comunità LGBT+ e il mondo del cinema, soprattutto a Hollywood, ricordando che nessun attore omosessuale ha mai vinto un oscar come miglior attore. Dello stesso pensiero Russel Tovey, che a maggio aveva spiegato che si deve guardare la bravura di un attore, indipendentemente dall’orientamento sessuale.
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