Secondo il quotidiano russo Novaya Gazeta, sarebbero almeno 26 le vittime accertate dei rastrellamenti di omosessuali che stanno avvenendo in Cecenia con l’appoggio del governo locale.
Dopo oltre un mese dalla prima denuncia, la pressione internazionale sul caso sta producendo i primi timidi effetti con l’istituzione di un comitato investigativo russo, la cui inchiesta però non avrebbe rilievo penale.
Le autorità cecene avrebbero reagito boicottando il comitato e abbandonando il campo di concentramento che era stato identificato nella città di Argun. Sebbene non ci siano stati nuovi arresti, dei gay ancora prigionieri si sa poco o nulla e sarebbero stati trasferiti in una struttura della polizia a Terek o come temono gli attivisti in un’altra località tenuta segreta dalle forze dell’ordine.
Le forze di polizia starebbero inoltre facendo pressioni sui famigliari degli arrestati e dei fuggitivi perché compilino una dichiarazione che neghi il rapimento dei loro cari.
Il Russian LGBT Network ha annunciato di aver evacuato più di 40 persone dalla Cecenia finora.
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