La Camera dei deputati del Cile ha approvato la legge attraverso la quale si potrà rettificare la propria identità di genere dai documenti ufficiali.
Una giornata storica per il Cile, che ha dato il via libera a una legge che semplifica la modifica dell’identità di genere di una persona. Un percorso iniziato nel 2013, per una legge che sta per vedere finalmente la sua entrata in vigore, dopo l’approvazione da parte del Senato e il recente voto a favore anche della Camera, confermato da 95 voti a favore e 46 contrari. L’ultimo passaggio sarà la firma del presidente Sebastián Piñera Echenique, che promulgherà la legge.
Il testo prevede la modifica del sesso nei documenti anagrafici anche senza che la persona abbia ricorso ad operazioni chirurgiche o terapie. Un modo, quindi, per avere la possibilità di attribuirsi il genere in cui ci si riconosce. La norma prevede questa possibilità anche per gli adolescenti (quindi non ancora maggiorenni) tra i 14 e i 18 anni, dietro però l’autorizzazione dei genitori. Il testo, oltre all’effetto immediato, è un grande passo in avanti per il Cile, che punterà all’eliminazione della transessualità dalle patologie, ma anche a ridurre le discriminazioni nei confronti della comunità LGBT+.
Giornata storica per il Cile, secondo il Movilh
Una giornata storica che cambierà la vita di molti cittadini cileni. Così il Movimento di integrazione e liberazione omosessuale (Movilh) vede il 12 settembre, giorno dell’approvazione. Alvaro Troncoso, responsabile del Movilh, ha affermato: “Oggi per noi, persone trans, il Cile è un Paese diverso. Siamo alla presenza di un fatto storico, che celebriamo con grande emozione e gioia perché migliorerà la qualità della vita di migliaia di persone. Persone che hanno visto messi in secondo piano la loro dignità e diritti solo a causa di pregiudizi sull’identità di genere“.
Il matrimonio egualitario è invece un boccone amaro per il paese. Dopo l’annuncio della presidente Michelle Bachelet, il nuovo premier di centro-destra Sebastián Piñera ha confermato il suo secco no all’approvazione della legge, nonostante le indicazioni della Corte dei Diritti Umani. Restano comunque in vigore le unioni civili. Il Cile completa così la lista dei Paesi del Sudamerica ad approvare una legge del genere. All’appello, manca ancora il Brasile.
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