Megan Pulvermacher è una ragazza lesbica. Dirlo ora è semplice, ma per la 23enne non è stato facile vivere la sua vita senza dirlo ai propri genitori. A rimetterci, prima di tutto, è la sfera sentimentale. Ma andiamo con ordine. Megan aveva paura di fare coming out in famiglia.
Profondamente religiosi, temeva che la sua confessione avrebbe potuto inclinare il rapporto con sua madre e suo padre. Aveva paura di essere rinnegata, cacciata di casa. Di non avere più una famiglia. Per questo motivo, per 23 anni ha preferito mantenere il segreto, rimandando il suo coming out, e vivere parallelamente la sua vita da ragazza lesbica.
Sapeva che non era il modo corretto per gestire la situazione. Ma non aveva scelta. La paura del coming out ha generato anche discussioni con la sua ragazza, che un giorno, esasperata, ha posto una condizione che mai una persona dovrebbe imporre: o me o la tua famiglia. Insomma, o fai coming out e continuiamo la nostra storia, con la possibilità di non avere più una famiglia, oppure tra noi è finita. Megan non ha avuto altra scelta, ed è rimasta dell’idea di concludere la sua relazione.
Il coming out con la madre
Lo sappiamo, una madre ha l’abilità di sapere tutto. Anche se la propria figlia è lesbica. Per questo, vedendola depressa per la fine della sua storia e conoscendo la ragazza, le ha chiesto se ne era innamorata. Megan si è allora tolta un peso che si portava sulle spalle da 23 anni. Ha fatto coming out, accettandone le conseguenze.
E la madre l’ha stupita. Megan ha visto una donna aperta, pronta a consolare la figlia. Il coming out non ha causato problemi nel loro rapporto. L’unico ostacolo era il padre, che ancora non sapeva nulla.
La spinta che serviva a Megan per aiutare le persone LGBT in difficoltà
L’esperienza della sua uscita dall’armadio con annessa reazione della madre le ha fatto capire che avrebbe potuto fare molto per coloro che ancora oggi non hanno trovato il coraggio di fare coming out.
Essendoci passata, comprende bene e conosce i pensieri che possono affollare la mente di una persona non dichiarata. È per questo motivo che ha fondato Living Head First, ovvero centro che aiuta le persone LGBT a dichiararsi. Ha spiegato:
Aiuto le persone a sviluppare abilità e abitudini in modo che possano costruirsi una vita migliore. Ho imparato a superare l’ansia e la paura quando sono uscita, quindi ho deciso di voler aiutare gli altri a fare lo stesso.
Nella sua terapia, incontra individualmente la persona che ha chiesto il suo aiuto. E insieme, cercano di trovare la soluzione migliore per risolvere il problema.
Offro coaching individuale perché la storia di tutti è diversa. La cosa principale è l’accettazione di sé, una volta che le persone hanno accettato ciò che li rende felici e perché, allora puoi imparare a come lasciar andare i pensieri negativi.
Un tipo di terapia che funziona molto bene è la terapia riflessiva, dove analizzo il motivo per cui le persone si sentono come se facessero coming out, e mi chiedono se la paura si basa sui fatti o se è solo un pensiero nella loro mente. Spesso i pensieri negativi fanno sì che le persone abbiano scarsa autostima e si sentano male con se stesse.
Ci sono cose che puoi fare per rendere la tua uscita con la famiglia molto più facile, così come le conseguenze di ciò. La mia vita è migliore dopo aver fatto coming out. Sono davvero felice ora nella mia auto-accettazione.
E con questo, Megan sa che può aiutare tante persone ad accettare il proprio orientamento sessuale, facendole aprire al mondo.
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