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Commissione Unione Europea: “Riconoscere famiglie arcobaleno in tutta Europa”

Diritti per 2 milioni di bambini. Ursula Von der Leyen: “Se sei genitore in un paese, sei genitore in tutti i paesi”. Presto capiremo la scelta del Governo Meloni. Ecco cosa succederà.

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I genitori dello stesso sesso e i loro figli devono essere riconosciuti come famiglia in tutti gli Stati membri dell’Unione Europea, perché la libera circolazione dei cittadini è un valore fondante dell’Unione stessa. È uno dei principi cardine della proposta di regolamento presentata oggi dalla Commissione Europea. Nell’Unione sono attualmente circa 2 milioni i bambini che si vedono negato il rapporto giuridico con i genitori, nel caso in cui la famiglia si trasferisca in un altro Stato membro che non riconosca la genitorialità precedentemente stabilita dal Paese membro di origine.

“La proposta è incentrata sull’interesse superiore e sui diritti del bambino” perché “la genitorialità stabilita in uno Stato membro dovrebbe essere riconosciuta in tutti gli altri Stati membri, senza alcuna procedura speciale”, incluso il riconoscimento per i “genitori dello stesso sesso”.

Inizia a stringersi dunque il cerchio con il quale le istituzione dell’Unione Europea intendono difendere i diritti delle famiglie arcobaleno. Come raccontato da Gay.it in due articoli di anticipazione, presto capiremo se l’Italia sarà un alleato dell’Europa dei diritti, o se il Governo di Giorgia Meloni farà pesare sui diritti le sue radici di estrema destra.

Le nuove norme garantiscono chiarezza giuridica a tutti i tipi di famiglie che si trovano in una situazione transfrontaliera all’interno dell’UE e consentono ai minori di beneficiare dei diritti derivanti dalla genitorialità ai sensi del diritto nazionale, in questioni quali la successione, il mantenimento, l’affidamento o il diritto dei genitori di agire in qualità di rappresentanti legali del minore (per questioni scolastiche o sanitarie).

 

Per l’Unione Europea i figli di genitori dello stesso sesso”avranno stessi diritti in tutta l’Unione”.

Come raccontato in questo articolo, nel quale l’eurodeputata D’Amico ci aveva spiegato in video lo scenario politico-istituzionale, per evitare che alcuni stati – come Ungheria, Italia e Polonia – mettano il veto in sede di Consiglio di Stati membri, e quindi ostacolino il regolamento caldeggiato proprio oggi, 7 Dicembre 2022, dalla Commissione Europea, si sta procedendo verso l’idea di una risoluzione finale del Parlamento Europeo, che potrebbe essere nel Maggio 2023 (qui spieghiamo bene i prossimi passaggi), e che agirebbe come una sorta di pressione politica verso gli Stati membri, che a quel punto difficilmente potrebbero opporsi.

 

 

Sono orgogliosa del nuovo regolamento che stiamo presentando oggi sul riconoscimento della genitorialità nell’Unione Europea. Vogliamo aiutare famiglie e bambin* nelle situazioni trans-frontaliere. Perché se sei genitore in un paese, sei genitore in tutti i paesi
– Presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen –

 

Poiché “nel diritto internazionale, nel diritto dell’Unione e negli ordinamenti degli Stati membri tutti i minori hanno gli stessi diritti senza discriminazioni – spiega il regolamento della Commissione – la proposta prevede il riconoscimento della genitorialità di un minore indipendentemente dal modo in cui il minore è stato concepito o nato e indipendentemente dal tipo di famiglia del bambino. La proposta include quindi il riconoscimento della genitorialità di un bambino con genitori dello stesso sesso e anche il riconoscimento della genitorialità di un bambino adottato”.

 

 

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Photo by Priscilla Du Preez on Unsplash

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