Famiglie arcobaleno, presto sapremo se l’Italia di Meloni garantirà libera circolazione nell’UE

In arrivo risoluzione del Parlamento Europeo che farà emergere da che parte sta l'Italia: con l'Europa dei diritti o con Ungheria e Polonia?

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famiglie arcobaleno unione europea commissione europea parlamento europeo italia ungheria meloni d'amico greens efa
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Diritti basilari come quello della libera circolazione vengono quotidianamente negati alle famiglie arcobaleno anche nell’Unione Europea. Il caso di Adele e Lea, coppia di donne sposate in Francia, con due figli, trasferitesi in Ungheria è soltanto uno delle migliaia di casi di famiglie costrette ad affrontare ostacoli insormontabili da parte di amministrazioni nazionali e locali che non riconoscono loro lo status legale di famiglia.

L’Intergruppo LGBTI al Parlamento Europeo già da tempo ha denunciato questa violazione evidente dei diritti delle famiglie arcobaleno nell’Unione. Alcune organizzazioni a Bruxelles (come per esempio Nelfa) incontrano costantemente gli europarlamentari per sottolineare l’urgenza di migliaia di casi in cui i principi fondanti dell’Unione Europea vengono sistematicamente violati, creando una situazione di incertezza legale non soltanto per i genitori, ma soprattutto per i loro figli.

La difficoltà a intervenire su questo tema è di carattere istituzionale. Il diritto di famiglia è competenza esclusiva dei singoli stati nazione.

Tuttavia i diritti negati alle famiglie arcobaleno violano un principe cardine dell’Unione Europea, quello fondante e previsto dai trattati: la libera circolazione dei cittadini all’interno dell’Unione. Per questo l’Intergruppo LGBTI ha chiesto a Helena Dalli (Commissaria Europea per l’uguaglianza) che la questione venga sollevata in una modalità che riesca ad esercitare pressione sugli stati nazione. Esiste infatti una norma che dà il potere all’Unione Europea di legiferare anche su misure relative al diritto di famiglia aventi implicazioni transnazionali.

Il fatto che l’Ungheria non riconosca l’unione di due madri e dei loro figli come una famiglia non può costituire un ostacolo al riconoscimento del loro diritto alla libera circolazione. I documenti rilasciati in uno stato membro dell’Unione, come la Francia, non possono essere invalidati dalle autorità di un paese come l’Ungheria sulla base di differenze nel concetto di ‘famiglia’.

Nel Novembre 2020 la Commissione Europea ha adottato una strategia per l’uguaglianza LGBTIA+

VERSO L’UGUAGLIANZA LGBTIQ: LIBERI DI ESSERE SÉ STESSI NELL’UE
Non risparmierò le forze quando si tratta di costruire un’Unione dell’uguaglianza.
Un’Unione in cui ognuno possa essere sé stesso, amare chi desidera, senza paura di recriminazioni o discriminazioni.
Perché essere sé stessi non è ideologia. È la propria identità.
E nessuno potrà mai usurparla.
(17 Settembre 2020 – Stato dell’Unione 2020 – Ursula von der Leyen – Presidente della Commissione Europea)

Negli ultimi anni la Corte di giustizia Europea ha pronunciato sentenze in favore di molte famiglie arcobaleno, sollevando appunto la questione della violazione alla libera circolazione in UE, in aperto contrasto ai principi dell’Unione Europea (come previsto dai trattati) e della Carta dei diritti fondamentali, e sottolineando la gravità della situazione e in particolare dei suoi effetti sui minori.

Nelle prossime settimane la Commissione Europea proporrà un regolamento al Consiglio degli stati membri, che avrà il potere di adottarne il testo previa consultazione del Parlamento Europeo. Sarà proprio il Parlamento con una sua risoluzione a esercitare forti pressioni politiche sui governi nazionali perché si adeguino al regolamento.

Per l’eurodeputata dei Greens/EFA Rosa D’Amato l’emiciclo si è già espresso in modo chiaro nella Risoluzione del 14 settembre 2021: “Con questa risoluzione, il Parlamento Europeo ha invitato la Commissione a proporre una normativa che imponga a tutti gli Stati membri di riconoscere, ai fini del diritto nazionale, gli adulti menzionati su un certificato di nascita rilasciato in un altro Stato membro come i genitori legali del bambino, indipendentemente dal sesso legale o dallo stato civile degli adulti”.

E alla domanda su cosa aspettarci dal governo italiano, l’eurodeputata ha precisato:

“Meloni ha annunciato che non avrebbe mai limitato le libertà esistenti dei cittadini, e che sui diritti civili avremmo presto visto chi mentiva e chi diceva la verità sulle sue reali intenzioni.”

E infatti Meloni annunciava soltanto qualche settimana fa (vedi video su Il Fatto Quotidiano): “Non limiteremo mai le libertà esistenti, vedremo diritti civili e aborto chi mentiva e chi diceva la verità su nostre intenzioni”.

Dunque, che cosa farà adesso il governo Meloni? Si opporrà alla libera circolazione delle famiglie arcobaleno o seguirà i principi di uguaglianza fondanti dell’Unione Europea?

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