Se Pietro Parolin, segretario di Stato Vaticano, ha ‘benedetto’ il medievale evento che si terrà a Verona dal 29 al 31 marzo, Don Ciotti, prete di strada legato alla Chiesa di frontiera nonché fondatore di Libera, coordinamento di associazioni antimafia nato nel 1995, ha invece attaccato il Congresso Mondiale della Famiglia.
In diretta a Circo Massimo, su Radio Capital, il sacerdote ha picchiato duro sull’omofobo e sessista evento.
Il congresso delle famiglie? Per me non ci sono perplessità: è una vergogna. Stiamo tornando tutti indietro. Papa Francesco ha indicato strade, percorsi, modalità, che aiutano a leggere l’oggi e a rimettere al centro la famiglia, e soprattutto la libertà, la dignità, la vita delle persone”. “Ieri eravamo a ricordare i 25 anni dall’uccisione di don Peppino Diana, eravamo a Casal di Principe, non ho visto uomini delle istituzioni a parte il presidente della commissione antimafia Nicola Morra. I politici non li abbiamo visti.
Eppure a Verona, sul palco del Congresso, ci saranno ben 3 Ministri della Repubblica, compreso quel Matteo Salvini che continua a riempirsi la bocca con la parola di Dio.
Il nostro riferimento è il Vangelo, e il Vangelo parla chiaro. Possibile che ci siano uomini di Chiesa che si sono dimenticati che non si può amare Dio se non si ama il prossimo? Don Tonino Bello, un mio caro amico che non c’è più, diceva ‘non mi interessa sapere chi sia Dio, mi basta sapere da che parte sta’.
Altra Radio, ovvero Rtl 102.5 nel corso di “Non Stop News”, e altra opinione in arrivo da Pierluigi Diaco, da un anno e mezzo sposo di Alessio Orsingher e intervenuto in diretta per ‘difendere’ Giorgia Meloni, che ha provato a raccontare un evento tutt’altro che omofobo (“Chi sosterebbe di voler curare i gay, perché a me non risulta“) e il Congresso, a suo dire vittima di fake news.
Penso che sul Congresso delle famiglie di Verona ci sia una disinformazione. Devo dirvi la verità, e lo dico da omosessuale, che non ho mai avuto problemi a relazionarmi con Giorgia Meloni. Lo voglio dire perché è assurdo questo modo di “apparecchiare” l’informazione in Italia. Sono quanto di più lontano da alcune tesi che sono state citate ma c’è il diritto di tutti di esprimere la propria opinione. Non c’è la dittatura del pensiero gay, ognuno pensa quello che vuole. La sessualità è un dettaglio della personalità, non una patente di identità.
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Diaco ha un grosso problema di personalità!