Ha dell’incredibile il quesito che stanno cercando di dissipare i giudici della Corte Suprema statunitense. Da martedì, infatti, la corte dovrà decidere se l’attuale titolo settimo di una legge entrata in vigore nel 1964 e che vieta le discriminazioni in base al genere debba essere modificato, includendo al suo interno anche la discriminazione per orientamento sessuale. Un parere positivo da parte della Corte Suprema sarebbe un ulteriore passo in avanti per sancire l’inclusività è l’uguaglianza in un Paese dove la comunità LGBT già gode di moltissimi diritti.
Ma perché allora è così importante questa decisione? A rispondere alla domanda ci hanno pensato le associazioni LGBT statunitensi, che mostrano una preoccupazione data da alcuni fattori. Per prima cosa, la metà degli stati americani non dispone di leggi che tutelino i lavoratori LGBT. In secondo luogo, questa è la prima sentenza importante sui diritti civili, dopo la nomina alla Corte Suprema di
Discriminare sul posto di lavoro perché gay: l’ardua decisione della Corte Suprema
Se per i progressisti, o semplicemente per coloro che godono di apertura mentale, estendere il divieto di discriminazione è giusto, per molti non è così. Si registrano casi in cui i dipendenti americani sono stati licenziato per il loro orientamento sessuale. I giudici, in questi casi, hanno dato ragione al datore di lavoro, poiché la legge non prevede appunto la sessualità della persona. Ma il punto spinoso riguarda come sempre le convinzione religiose.
Quindi, il problema non sarà tanto se estendere la non discriminazione all’orientamento sessuale, ma decidere se è giusto licenziare un dipendente in base alla fede religiosa, ritenendo immorale l’omosessualità. I giudici, per prendere la loro decisione, esamineranno 3 casi riguardanti altrettanti cittadini americani, discriminati e licenziati per essere omosessuali o per aver cambiato sesso.
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