Un terremoto politico, l’ennesimo. Ieri pomeriggio Italia Viva ha presentato le annunciate richieste di modifiche al DDL Zan, che se approvate obbligherebbero la legge contro l’omotransfobia a ricominciare l’iter alla Camera per poi tornare al Senato. Praticamente un suicidio assistito. Ma è nel contenuto delle richieste da parte dei renziani che è esploso l’ennesimo caso politico. Ciò che appare più surreale, e al tempo stesso inaccettabile, è la proposta di stralciare l’articolo 1 che proprio Italia Viva contribuì a realizzare, con la deputata Lucia Annibali prima firmataria dell’emendamento che introdusse le definizioni che oggi il partito di Renzi vuole cassare (“sesso”, “genere”, “orientamento sessuale” e “identita’ di genere”, in testa al post).
9 mesi fa ci misero mano loro, per poi votarlo alla Camera. Oggi ne chiedono lo stralcio, proponendo di ritornare a quelle definizioni del DDL Scalfarotto già bocciate nel corso della scorsa legislatura.
“Identità di genere” è già presente nel nostro ordinamento, tutelato da sentenze costituzionali e trattati internazionali come diritto fondamentale della persona”, ha fatto notare Alessandro Zan. “Toglierlo significherebbe rendere il Ddl Zan una norma discriminatoria. La richiesta di Italia Viva è insostenibile”.
Ad applaudire il partito di Renzi, e qui elettori e parlamentari IV dovrebbero porsi una domanda, sono quelle destre che da un anno provano in tutti i modi ad affondare il DDL Zan. “Ho passato mesi a spiegare che gli art. 1, 2, 4 e 7 erano inaccettabili, che identità di genere, self id, opinioni condizionate e 17 maggio erano punti da cancellare. Ho raccolto vagonate di insulti. Ora il partito di Scalfarotto disarticola il ddl Zan su quei punti. Bene così“, ha twittato Mario Adinolfi.
“La notizia positiva è che Italia Viva ha invece avanzato delle proposte interessanti per cambiare la legge”, ha commentato Matteo Salvini in un’intervista rilasciata a Il Giornale. “Noi tutti vogliamo punire i delinquenti che odiano e aggrediscono due ragazzi o due ragazze che si baciano o si amano, ma lasciamo fuori dalla contesa i bambini sui banchi di scuola, ed evitiamo censure e bavagli”.
E se Ivan Scalfarotto, che fino a 2 settimane fa chiedeva di blindare il DDL Zan anche al Senato senza presentare alcun tipo di modifica, tace, Davide Faraone, capogruppo IV al Senato, ha ceduto ad un botta e risposta social proprio con il deputato Pd: “Caro Alessandro, noi di Iv al Senato non siamo stati originali: l’emendamento presentato è copiato interamente dalla proposta di legge Scalfarotto, c’è anche la tua firma. Accusaci di plagio, non di altro. Ricorda, abbiamo approvato insieme la legge sulle unioni civili”.
“Caro Davide, non vedere accuse dove non ci sono”, ha ribattuto Zan. “Abbiamo approvato insieme le unioni civili e abbiamo approvato insieme il Ddl Zan alla Camera come sintesi condivisa di diverse proposte compresa quella di Ivan Scalfarotto. Rifare tutto significherebbe affossare la legge”. E qui Faraone ha provato ad immaginare un percorso rapido che cozza con i tempi della politica attuale: “Con la fiducia alla Camera la mettiamo in sicurezza, senza certezze sui numeri in aula al Senato e con i voti segreti l’affossiamo. Io voglio una legge contro le discriminazioni omotransfobiche, non mi accontento di essermi battuto”.
Fiducia eventuale che il Governo Draghi non metterebbe mai. Lo stesso Premier non si è mai espresso nei confronti della legge, che è parlamentare e non di governo. Con i voti sicuri di IV, tra le altre cose, il DDL avrebbe la maggioranza anche in Senato. Minacciare voti segreti contrari vuol dire gettare la maschera, anticipando quanto accadrà nel caso in cui non si cedesse a queste richieste di modifiche. Fantasticare ‘fiducie’ sul DDL Zan una volta modificato al Senato, quando Forza Italia e Lega non vedono l’ora di affossarlo, significa vivere in un universo politico parallelo al nostro. Oppure fingere di non capire ciò che è palese, continuando a fare propaganda elettorale sulla pelle della comunità LGBT nazionale. Dopo 30 anni d’attesa, e una cronaca omotransfobica che è diventata mattanza quotidiana, tutto ciò è inammissibile.
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Il mio più grande timore è diventato realtà: ad affossare il ddl Zan sarà Renzi con il suo micropartitino. Con questa operazione ha definitivamente gettato la maschera, collocandosi politicamente a destra. E d'altra parte non è mai stato di sinistra.
Ivan Scalfarotto aveva garantito che la legge sarebbe stata approvaa così com'è. Considerando che è stato ex relatore di una legge contro l'omofobia mai approvata e candidato regionale da 1% per "fare la differenza" , nonché sottosegretario poi dimessosi dal Conte II su richiesta si Renzi, non so quanto le sue garanzie possano ritenersi valide. La vittoria di certo non lo accompagna.