Prosegue senza esclusione di colpi lo scontro politico sul DDL Zan, a pochi giorni dalla diffusione della nota verbale del Vaticano che ha ufficialmente chiesto modifiche al Governo, perché a loro dire “violerebbe il concordato”.
Dopo le parole di Mario Draghi in Senato (“Siamo un Paese laico, il parlamento è libero“), Enrico Letta ha ribadito la necessità di approvare il DDL Zan senza alcun tipo di modifica. “Il Parlamento è il luogo del confronto, naturale e per definizione, quindi andiamo in Parlamento e lì ci confronteremo. Io penso che la Lega non sia credibile quando chiede tavoli e confronti perché su questo tema ha semplicemente cercato di affossare tutto fin dall’inizio, di fare solo e soltanto ostruzionismo”. “La Lega ha solo tentato di distruggere l’idea stessa che ci fosse un provvedimento come quello. A me questa offerta da parte di Salvini non sembra tanto credibile Io, come ha detto Draghi ieri, ritengo che il Parlamento sia responsabile“.
Di tutt’altro avviso Elena Bonetti di Italia Viva, ministro per le pari opportunità cheincredibilmente da mesi chiede modifiche alla legge contro l’omotransfobia, la misoginia e l’abilismo. Intervistata dal Corriere della Sera, Bonetti ha replicato
È necessario mettere in campo lo strumento più grande della democrazia, che è la politica: il dialogo della politica. Io come ministra ho accompagnato, nel rispetto del ruolo del Parlamento, e per quanto compete al governo, il primo passaggio parlamentare del DDL Zan. Ci troviamo adesso in un altro passaggio parlamentare delicato, al Senato, nel quale ovviamente il tema è che si deve arrivare all’approvazione della legge. Ritengo che questa approvazione debba arrivare con la più ampia condivisione possibile, perché quando si parla di diritti fondamentali su cui si basa il nostro essere comunità, i diritti non devono essere di una parte contro un’altra parte. È necessario che ci sia davvero una convergenza trasversale. Sono state rappresentate alcune criticità all’interno del testo, io credo che un tavolo politico che vada a confronto per trovare un modo di ricomporre le posizioni e arrivare all’approvazione della legge nel più breve tempo possibile, perché questo è fondamentale, e nel miglior modo possibile, sia im metodo migliore.
Non è chiaro di quale ‘criticità’ parli Bonetti, visto e considerato che il dossier tecnico firmato dai giuristi del Senato ha rimarcato come non sia stato trovato “nessun rilievo tecnico: si conferma che il testo è scritto in modo preciso, che la libertà di espressione è tutelata e che identità di genere è concetto consolidato nell’ordinamento“. Eppure la ministra per le pari opportunità (!) insiste. “La pandemia ci ha insegnato che c’è un diritto che si ricompone della reciprocità, nella tutela del diritto di ciascuno nei confronti degli altri. E che c’è un metodo della politica che è ancora più efficace: la ricomposizione delle posizioni, non più il loro bilanciamento“.
Posizioni, quelle delle destre, ampiamente note e abbondantemente contrarie al DDL Zan. Come possa essere fattibile arrivare ad una “più ampia condivisione possibile”, se non stravolgendo la legge, non è chiaro. Anche Anna Maria Bernini, senatrice di Forza Italia per mesi dichiaratamente favorevole al DDL, ha ora cambiato idea: “Vanno fatte delle modifiche, innanzitutto sulla libertà di espressione che va precisata. Se Letta continua a dire che il testo non si tocca, ci spinge a votare contro“.
Questa tizia anziché difendere e sostenere il ddl Zan fa di tutto per affossarlo, davvero la peggiore ministra alle pari opportunità di sempre!
La " criticità" di cui parla costei e tutti i manutengoli della Curia come lei ,non la avevano notata al momento dell'approvazione a Montecitorio? Parlare di salvare il decreto e chiederne modifiche o chiarimenti ora è pura ipocrisia , puro esercizio retorico , pura tattica contraria , ben sapendo che cambiare un testo di legge nel passaggio da una Camera all'altra , significa riportarlo di nuovo al vaglio della precedente .