Arrivano nuove condanne in Egitto per omosessualità: quattordici persone sono state punite con tre anni di reclusione.
La comunità LGBT in Egitto sta subendo una feroce repressione, partita dal concerto della band libanese dei Mashrou’ Leila, il cui cantante è dichiaratamente omosessuale, durante il quale venne sventolata una bandiera arcobaleno.
Se il gruppo è stato bandito dal Paese e non potrà più tenervi concerti, per i gay egiziani è iniziata una caccia alle streghe che ha già portato a più di 70 arresti e 20 condanne detentive. Ufficialmente non sono stati condannati per omosessualità, ma per una serie di reati che i giudici egiziani utilizzano per punire gli omosessuali.
Una pratica comune nei paesi islamici in cui non c’è uno specifico reato contro i gay, ma che l’Egitto potrebbe presto inserire nel codice penale a seguito della proposta di un parlamentare del Paese che intende punire l’omosessualità e qualsiasi manifestazione o attivismo LGBT.
In questo caso invece le norme utilizzate dai magistrati si riferiscono a “incitamento alla depravazione”, “associazione illegale” o “condotta contraria alla decenza”. Tutti i quattordici condannati in primo grado sono stati rilasciati su cauzione in attesa dell’appello.
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