Egitto
Il tag “EGITTO” su Gay.it serve come contenitore principale per tutte le notizie e gli approfondimenti relativi ai diritti LGBTIQ+ in Egitto. Questo spazio è dedicato a coprire le complesse e spesso difficili realtà che la comunità LGBTIQ+ affronta in un contesto sociale e legale ostile. Premi su “leggi tutto” per un approfondimenti sui diritti LGBTIQ+ in Egitto
Approfondimento sui diritti LGBTIQ+ in Egitto
In Egitto, la situazione dei diritti LGBTIQ+ è particolarmente complessa e problematica, con una significativa discrepanza tra le leggi ufficiali e le pratiche sociali e governative. L’omosessualità non è esplicitamente illegale secondo il codice penale egiziano; tuttavia, diverse leggi sulla moralità pubblica e sulla depravazione vengono regolarmente utilizzate per criminalizzare e perseguitare le persone LGBTIQ+. Queste leggi ambigue e la loro applicazione severa riflettono l’atteggiamento stigmatizzante della società egiziana nei confronti della comunità LGBTIQ+.
Stigmatizzazione sociale e legislativa
La stigmatizzazione dell’omosessualità in Egitto è radicata tanto nelle norme sociali quanto nelle politiche governative. Le persone LGBTIQ+ in Egitto si confrontano quotidianamente con un ambiente ostile. Sono frequenti casi di discriminazione, aggressioni fisiche e psicologiche, e la comunità spesso si ritrova a dover nascondere il proprio orientamento sessuale e/o identità di genere per proteggere la propria sicurezza personale. Le famiglie, in particolare, possono esercitare una pressione immensa, spingendo i propri membri LGBTIQ+ verso matrimoni eterosessuali forzati o persino verso pratiche estreme come le terapie di conversione.
Uso delle leggi per la persecuzione
L’articolo 9 bis della legge sulla depravazione (legge n. 10/1961), per esempio, è spesso utilizzato per arrestare e perseguire individui LGBTIQ+ su basi molto vaghe, come “violazione della moralità pubblica” o “comportamenti indecenti“, che possono essere interpretati per includere qualsiasi manifestazione di omosessualità. La polizia ha condotto raid in luoghi noti per essere frequentati da gay, e ha utilizzato app di incontri per tendere trappole ai membri della comunità.
Caso dei “Cairo 52”
Un evento emblematico della persecuzione in Egitto fu l’arresto di 52 uomini nel 2001 durante una festa su una barca sul Nilo. Questi uomini furono processati in un tribunale per la sicurezza dello stato con l’accusa di “fomentare la depravazione” e molti di loro furono condannati a lunghe pene detentive. Questo caso, noto come quello dei “Cairo 52”, ha attirato l’attenzione internazionale e ha evidenziato l’estrema vulnerabilità delle persone LGBTIQ+ in Egitto.
Risposta internazionale e attivismo locale
La comunità internazionale, comprese organizzazioni come Human Rights Watch e Amnesty International, ha ripetutamente condannato le azioni del governo egiziano contro la comunità LGBTIQ+. Tuttavia, gli attivisti locali affrontano enormi rischi, inclusa la possibilità di arresto e tortura. Alcuni, come Sarah Hegazy, sono stati costretti all’esilio per sfuggire alla persecuzione.
Prospettive future
Nonostante la crescente pressione internazionale, il governo egiziano ha mostrato pochi segni di cambiamento nella sua politica nei confronti delle persone LGBTIQ+. Il caso di Sarah Hegazy, che ha sollevato la bandiera arcobaleno durante un concerto al Cairo nel 2017 e che successivamente si è suicidata in Canada a causa delle torture subite in carcere, rimane un doloroso promemoria delle sfide che la comunità LGBTIQ+ deve affrontare in Egitto.
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