Ciro Guarente è stato condannato all’ergastolo. Questa la sentenza ufficializzata ieri dal Tribunale di Napoli per l’assassino di Vincenzo Ruggiero.
Una storia di amore e di gelosia, sembra ormai certo, il movente che ha portato Ciro Guarente a uccidere a colpi di pistola Vincenzo. Per fare poi a pezzi il corpo e nascondere i resti in un garage. Vincenzo Ruggiero è stato assassinato nel luglio del 2017 ad Averta, in provincia di Caserta.
Guarente, marinaio di 36 anni, dopo ore di interrogatorio aveva ammesso tutto, prendendosi la colpa dell’omicidio e dicendo anche il nome di chi gli aveva fornito la pistola utilizzata per il delitto. L’accusa ha ottenuto la pena richiesta, nonostante i tentativi del legale di ridurre gli anni di carcere chiamando in causa le attenuanti e la collaborazione dell’uomo dopo le prove schiaccianti che lo avevano fatto confessare. Ieri in aula, prima della sentenza, ha letto una lettera, rivolgendosi ai familiari di Vincenzo, in cui chiedeva perdono per quello che aveva fatto.
Movente: la gelosia di Ciro Guarente per Vincenzo Ruggiero
La confessione del marinaio è stata fondamentale per capire la motivazione di un così brutale omicidio. La sera del 7 luglio, Guarente sarebbe andato a casa di Ruggiero con l’intenzione di ucciderlo. Avrebbe poi fatto a pezzi il corpo e nascosto in un autolavaggio del quartiere Ponticelli di Napoli nord. I Carabinieri hanno trovato i resti dopo la confessione dell’uomo, che aveva anche cosparso il cadavere di acido muriatico affinché non ne rimanesse traccia. Poi, aveva nascosto tutto sotto un massetto di cemento.
Oggetto della gelosia l’ex ragazza del marinaio, Even Grimaldi. La ragazza trans viveva in quel periodo assieme a Ruggiero e Guarente pensava che ci fosse più di una semplice amicizia. Il rifiuto di averla persa, l’ha portato ad acquistare una pistola, non denunciata, e a sparare all’attivista gay. “Ergastolo per Ciro Guarente. Un pezzo importante di giustizia per Vincenzo anche se nessuno ce lo restituirà“. Queste le parole di Antonello Sannino, presidente di Arcigay di Napoli, alla lettura della sentenza.
Credits: Profilo Facebook in memoria di Vincenzo.
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Attivismo omosessuale, gelosia per dei trans, omicidi...mamma che squallore !!!
Lo squallore è tutto nella tua testa cara la mia cessa.
Tranquilla, Paola: quando ammazzeranno TE nell'ennesimo femminicidio, diremo che te la sei squallidamente cercata.