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Eurovision 2022, Achille Lauro show NON va in finale, duetto Mika e Laura Pausini – i video della 2a semifinale

Promossi e bocciati a sorpresa. Ecco gli ultimi 10 finalisti!

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Uno spettacolare show glam rock, tra baci, fiamme e boa di struzzo, tori meccanici e glitter, ammiccamenti omoerotici e cappelli western fluid. Achille Lauro ha infuocato la 2a semifinale dell’Eurovision 2022 ma è incredibilmente rimasto fuori dalla finale con San Marino. Un Lauro in forma smagliante, che ha fatto suo il palco in sella ad una canzone tutt’altro che eccezionale, creando spettacolo in mondovisione, ma il pubblico televotante ha preferito concentrarsi altrove.

A mancare la finale anche Emma Muscat, ex volto di Amici di Maria che non è riuscita a portare la sua Malta al traguardo conclusivo della manifestazione, dove i nostri Mahmood e Blanco attenderanno gli altri 10 nuovi finalisti. Ovvero Belgio, Repubblica Ceca, Azerbaijan, Polonia, Finlandia, Estonia, Australia, Svezia, Romania e Serbia.

Esibizioni molto apprezzate, soprattutto sui social, per l’israeliano Michael Ben David (che non ce l’ha fatta a volare in finale ed ha ‘molestato’ Alessandro Cattelan durante un lancio tv) e l’australiano Sheldon Riley, entrambi gay dichiarati arrivati al PalaOlimpico con brani legati all’accettazione di sè, mentre la Svezia ha ribadito a tutti il perché sia sempre una delle favorite al trionfo finale.  Bellissima “Hold Me Closer” divinamente cantata da Cornelia Jacobs, priva di scenografie e/o coreografie al cospetto di una voce solida e graffiante.

Alessandro Cattelan ha inaugurato la serata con una ricca coreografia firmata Laccio, mentre Laura Pausini e Mika hanno duettato, incantando sulle note di “Fragile” di Sting e “People Have The Power” di Patti Smith.

Live anche per i ragazzi de Il Volo con Grande Amore e un’assenza di peso, visto Gianluca Ginoble in “smart working” dall’albergo perché positivo al Covid-19, per una seconda semifinale che ha trasudato orgoglio LGBTQ, sbattendo in faccia a non pochi Paesi omotransfobici tutto il proprio medievale bigottismo. DNA Eurovision, da sempre.

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