Facebook omofobo: terapie riparative nelle bacheche di utenti gay

Tra gli annunci, un video in cui un "ex gay" ha raccontato la sua storia di conversione.

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2 min. di lettura

Strano caso nel Regno Unito, dove Facebook ha mostrato pubblicità di terapie riparative per “guarire” gli utenti gay.

Sono molti gli utenti del social network ad essere incappati in questi annunci, comparsi nelle loro bacheche. Quando hanno cliccato sull’opzione “Perché vedo questo annuncio?“, il sistema ha risposto che l’algoritmo di Facebook li aveva identificati come interessati “al problema di genere”.

Ed è così che molti utenti gay hanno denunciato il fatto, riportando banner pubblicitari e video di sedicenti terapie per guarire dall’omosessualità. Circolava in particolare un video in cui un uomo racconta la sua vita quando si è scoperto gay, e come ha fatto a diventare etero con l’aiuto di Gesù.

Tessa Ann Schwarz, una ragazza lesbica, ha spiegato che gli annunci miravano a dipingere la comunità LGBT+ come non sana, dove la vergogna veniva mascherata come amore. Alistair Ryder, un ragazzo gay, ha trovato nella sua bacheca la pubblicizzazione di un libro riguardante una spiaggia dedicata al celibato. Un modo, spiega il libro, per ottenere la purezza sessuale. Secondo il ragazzo, la pubblicità non è apertamente omofoba, ma è pericolosa. Invoglia quegli utenti che non si sono ancora accettati come omosessuali a cliccare il link.

La politica di Facebook vieta annunci discriminatori

L’algoritmo del social network dovrebbe bloccare qualsiasi pubblicità che punta a discriminare, screditare o molestare una persona o un gruppo di persone, come appunto la comunità LGBT+. Fattore ancora più grave è che questi annunci sarebbero comparsi solo a utenti gay che facevano parte di gruppi rivolti ai diritti civili e alla comunità omosessuale.

Il Telegraph, che per primo ha reso nota la notizia, ha spiegato che inizialmente gli utenti hanno segnalato questi annunci come “non appropriati“. Poi un moderatore è intervenuto per eliminarli definitivamente. Parole critiche riguardo il sistema utilizzato da Facebook anche Griff Ferris, membro del gruppo britannico per i diritti civili Big Brother Watch, il quale ha affermato al quotidiano: “La pubblicità mirata è aggressiva e manipolativa. Utilizza informazioni personali e private per sfruttare le paure, i desideri e i pregiudizi più profondi della gente. Pertanto deve essere limitato per proteggere i diritti delle persone“.

Uno dei video apparsi “Homosexuality Was My Identity”:

Credits: Out.tv

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