ROMA – Sembra accelerare il processo di ‘rutellizzazione’ progressiva di Gay Pride, perché quella è una manifestazione che denuncia le discriminazioni a cui spesso sono sottoposti gli omosessuali, richiedendo diritti e tutele. Ma partecipare al Gay Pride non implica aderire alla sua piattaforma politica.”
Sconcerto da parte dei portavoce del Coordinamento nazionale Roma Pride 2007, Cristian Ballarin, Aurelio Mancuso e Rossana Praitano: “Apprendiamo con incredulità e stupore che Piero Fassino ha dichiarato che i Democratici di Sinistra aderiranno al Roma Pride 2007, ma non alla sua piattaforma politica. Siamo ormai alla schizofrenia assoluta! Ci spiega l’onorevole Fassino su quale di queste tre parole non si ritrova? : ‘Parità, Dignità, Laicità’? Ci ragguaglia il segretario dei DS su quali dei punti programmatici contenuti nella piattaforma unitaria del Pride nazionale non si riconosce? Non si aderisce ad un Pride soltanto perché le persone omosessuali sono discriminate, ma perché si è d’accordo sulla necessità che anche in Italia siano riconosciuti, come in tutti i paesi europei, diritti e tutele alle persone lgbt. Chiarisca Fassino, innanzi tutto a se stesso e al suo partito, su quale versante vuole stare: con le politiche promosse da tutti i governi della sinistra europea o con la destra americana? (perché quell’europea è ben più avanti del centro sinistra italiano).”
Praitano, che è anche la Presidente del Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli di Roma, aggiunge anche di vedere Fassino “stretto tra il nuovo inginocchiatoio di Rutelli, il cilicio della Binetti e i vari sepolcri imbiancati del futuro Partito Democratico”. Per Praitano “si tratta di un’affermazione assolutamente insensata dal punto di vista politico. Gli ricordiamo che il Pride, per il movimento gay, lesbico e trans, è la manifestazione politica per eccellenza e quindi aderendo a questa è automatico lo sposarne anche la piattaforma politica e le rivendicazioni. Forse, prima di fare dichiarazioni così nette, avrebbe dovuto informarsi, magari facendo un giro di telefonate tra le varie sezioni, sentendo alcuni esponenti del suo partito, magari la Sinistra Giovanile ed anche Gayleft: molti hanno infatti aderito, come è ovvio che sia, non solo al Pride ma anche alla piattaforma rivendicativa. Sorge spontanea quindi la domanda: a nome di chi sta parlando? Speriamo non a nome della Ministra Pollastrini, che recentemente ci ha concesso il patrocinio, e che in quanto titolare di un ministero delle Pari Opportunità non può non condividere lo slogan politico: Parità, Dignità, Laicità.” (RT)
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