‘Fr*cio vattene’: il messaggio omofobo che Luca Tommassini ha trovato sul citofono di casa

Un episodio che ha fatto riaffiorare brutti ricordi: il bullismo, il padre, il rapporto quasi nullo e l'incapacità di accettarlo per quello che era.

luca tommasini
2 min. di lettura

Un brutto scherzo, e l’ennesimo attacco omofobo nel nostro Belpaese. La vittima è Luca Tommassini, 50 anni, coreografodi var programmi come X Factor e Dance Dance Dance.  Il regista di video musica e pubblicità ha sentito suonare il campanello di casa, nel quartiere Trastevere, a Roma.

Un suono ininterrotto, come se qualcuno continuasse a premere il pulsante. Sceso a vedere cosa fosse successo, Luca Tommassini scopre di essere vittima di un atto omofobo. Al posto del suo nome, nel campanello, un post it con scritto “Fr*cio vattene“. A bloccare il pulsante del citofono, uno spillo di legno, infilato in modo che il campanello continuasse a suonare.

Il fatto è stato segnalato dal Gay Center, mentre lo stesso Luca ha voluto denunciare il fatto su Facebook, attraverso il suo profilo.

Il messaggio di Luca Tommassini

Un lungo post, quello dell’artista, pieno di rabbia e sofferenza che pensava fosse passata.

 In un attimo mi è risalita tutta la rabbia di quando ero bambino e mi urlavano dietro “fr*cio” a scuola e per strada. Mi è tornata la paura che avevo quando mia madre mi svegliava ogni mattina e pensavo che avrei dovuto affrontare da solo un’altra giornata passando per quella maledetta strada, davanti all’officina di mio padre che faceva finta di non vedermi.

Questo fatto ha fatto riaffiorare i brutti ricordi, un’infanzia tragica, di una madre che cercava di aiutarlo come poteva, un padre che invece non lo accettava, solo perché omosessuale.

Si vergognava di me, non avevamo un rapporto “pubblico” e in privato lo avevamo solo quando mi faceva provare a pronunciare la “s” in modo corretto, offrendomi un premio in soldi, avevo la “s” moscia e lui la odiava. Non ho parlato per anni durante la mia infanzia per farlo stare sereno, per non farlo litigare con mia madre. L’ha picchiata spesso per “colpa” mia, le diceva che ero “fr*cio” e le dava la colpa e le botte.

Quando io e mia madre decidemmo di iscrivermi alla scuola di ballo sotto casa, lo facemmo di nascosto. Quando papà lo scoprì, ci fu una rissa a casa, tra le più brutte, in cui papà urlava a mamma che non dovevo più andare a studiare danza perché diventavo “fr*cio” e che finì con lui che ruppe una bottiglia di vetro sulla parete della cucina tenendo in mano il becco rotto cercando di colpire mamma e io che saltai dalla mia sedia mettendomi tra loro due evitando la tragedia … urlandogli in faccia “vattene”.

Io non ho mai abbassato la testa e ho sempre continuato a ballare. Più avevo paura e più alzavo la musica. Ora denuncerò questo atto dell’era dei “citofoni” , ho 50 anni di esperienza con la paura e ho sempre vinto contro omofobi e razzisti che hanno cercato di far male a me e a chi mi amava. ORA BASTA , non possiamo più rimanere in silenzio , siamo tutti sotto attacco , non importa a chi lo dicono io zitto non ci resto!

 

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Renzo Loi 24.2.20 - 19:33

ripeto , non credo a queste cose. potrebbe essere anche fatto ad hoc, messo li x il tempo di fotografarlo.tomassini vorra' contribuire alla causa di una legge sull'omofobia e puo' averlo fatto a modo suo. magari poi è tuto vero. io resto della mia opinione, senza calunniare nessuno.

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