Se il Friuli Venezia Giulia Pride 2019 ha ricevuto il patrocinio dell’Università di Trieste, a seguito di una seduta del Senato accademico che ha visto undici a favore, tre astensioni e cinque contrari, la Giunta comunale ha incredibilmente negato piazza Unità, scelta dagli organizzatori per la conclusione della manifestazione dell’8 giugno prossimo.
Roberto Dipiazza, sindaco di Trieste dal 2016 (Forza Italia), ha così motivato il tutto: “Quanto proposto non è coerente con gli indirizzi di mandato della giunta, che si è espressa in modo compatto e senza nessun tentennamento“. Lorenzo Giorgi, assessore con delega agli eventi, ha ribadito: “Contrasta con le linee programmatiche con cui siamo stati eletti, è un dato oggettivo e quindi non c’era molto di cui parlare. Per quanto riguarda la manifestazione speriamo vada tutto per il meglio, chi vorrà partecipare potrà farlo in piena libertà“.
Dura la reazione di Sabrina Morena, consigliera comunale di OpenFvg: “È vergognoso che la giunta di Trieste abbia negato la concessione della piazza Unità al FVG Pride, manifestazione che ha l’obiettivo di lottare contro tutte le discriminazioni“. “Anche se gli amministratori di centrodestra hanno vinto le elezioni, non possono pensare che sono gli unici in città e che possono imporre la loro visione del mondo su tutti gli altri, anche su chi non la pensa come loro. In nome della ‘famiglia tradizionale’ si discriminano apertamente altre persone. Visto che esiste ancora la costituzione con il principio di uguaglianza e non discriminazione, credo che ci siano profili di anticostituzionalita“.
Giuseppe Barbo, consigliere comunale del PD, ha invece parlato di una decisione “antidemoratica con un uso politico dello spazio pubblico che dovrebbe essere a disposizione di tutti. Francamente, mi sembra ci siano anche i margini di un ricorso. Diciamo che, comunque, è una scelta che non mi sorprende, visto che abbiamo a che fare con una destra oscurantista che ci sta portando al Medioevo sul tema dei diritti della persona“.
Intercettata da Il Piccolo, Antonella Nicosia, presidente del Pride FVG, ha così concluso: “Il corteo non lo possono vietare, possono vietare la richiesta di occupazione di suolo pubblico visto che volevamo allestire un palco in piazza Unità. Quello del Comune è un gesto di grave discriminazione perché il compito di un’amministrazione è quello dell’unità, dell’inclusività, e di accogliere restando uniti nelle differenze“.
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