Roberto Gualtieri, candidato sincado Pd di Roma e da sempre sostenitore dei diritti LGBT, ha presentato ieri il proprio programma, suddiviso in 4 macro-aree: la Roma che vogliamo, la Roma che funziona, la Roma che cresce e lavora, la Roma che include e non lascia indietro nessuno.
Proprio in quest’ultima area Gualtieri, dal 2019 al 2021 ministro dell’economia e delle finanze del Governo Conte II, parla esplicitamente di una Roma città aperta, di tutti e di tutti, soffermandosi sui diritti LGBT.
“Vogliamo fare di Roma la città dell’uguaglianza, aperta a tutte le istanze LGBT+, nella quale chiunque si senta parte di una comunità inclusiva, accogliente e solidale che riconosca pieni diritti e che chiami tutti a una partecipazione attiva“, sottolinea il deputato Pd, che poi annuncia.
Istituiremo un ufficio delegato ai temi LGBT+ e un ufficio dedicato al contrasto delle discriminazioni con il mandato specifico di tenere i rapporti con la comunitàLGBT+. Roma aderirà alla Re.A.Dy., la Rete nazionale delle Regioni e degli Enti Locali per prevenire e superare l’omotransfobia.
Gualtieri promette poi la promozione di “servizi pubblici inclusivi, attenti alle necessità della comunità LGBT+ e che garantiscano la tutela alle bambine e ai bambini delle famiglie arcobaleno”. “Anche nelle politiche di rigenerazione urbana attueremo modalità attente alle sensibilità della comunità LGBT+, con la creazione di spazi dedicati anche nelle zone più lontane dal centro“.
Famiglie arcobaleno, va ricordato, che l’attuale sindaca Virginia Raggi non ha mai voluto incontrare. Una sindaca che non ha mai preso parte ad un Pride cittadino, trovando sempre altro da fare, puntualmente, alla vigilia di ogni manifestazione. Gualtieri che dovrà vedersela non solo contro la Raggi, candidata 5 Stelle, ma anche contro Carlo Calenda, ex ministro e leader di Azione, ed Enrico Michetti, candidato del centrodestra. Sullo sfondo anche i candidati Margherita Corrado, Fabiola Cenciotti, Micaela Quintavalle, Monica Lozzi, Andrea Bernaudo, Paolo Berdini e Fabrizio Marrazzo, in corsa con il Partito Gay.
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Quanto sono amabili le dichiarazioni dell'ex Ministro in lizza per una poltrona simile ad un ministero! Ma è vero che , come ha detto Santo Barack Obama ( sempre il suo nome sia benedetto ), dopo la sua rielezione : " I voti dei Gay ( una definizione per tutte le sigle ) hanno fatta la differenza"