HIV e COVID-19: alcune indicazioni da parte della LILA

Ad oggi non ci sono sufficienti dati per affermare che una persona con HIV presenti un maggior rischio di contrarre l’infezione da nuovo coronavirus.

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3 min. di lettura

Negli ultimi giorni tante domande sono arrivate via mail, via chat o tramite le helpline telefoniche alla LILA, Lega Italiana per la Lotta contro l’Aids, su come e quanto l’emergenza Coronavirus possa influire sulla vita delle persone con HIV, sull’accesso ai servizi, sui rischi specifici.

LILA che ha prontamente risposto ad alcuni di questi quesiti, partendo dal presupposto che su possibili interazioni tra HIV e COViD-19 si sa ancora pochissimo, visto che questo tipo di coronavirus, denominato SARS COV-2, è molto recente. Ministero della Salute, Associazioni e Comunità scientifica hanno comunque predisposto delle indicazioni specifiche per le persone con HIV (PLWHIV), sulla base delle informazioni fin qui disponibili. Se una PLWHIV (People Living With HIV) è in buona salute, con un numero di CD4 maggiore di 500 e con carica virale controllata, un’eventuale infezione da SARS-CoV-2, il coronavirus che causa il COVID-19, non dovrebbe destare particolari preoccupazioni. Altri fattori potrebbero, però, complicarne il decorso e tra questi: una più elevata età (> di 60/65 anni), la presenza di altre patologie polmonari concomitanti, l’essere fumatori o fumatrici o avere un numero ridotto di CD4.

Indubbiamente, però, tutte le persone con immunodeficienza, come le PLWHIV (People Living With HIV), devono evitare in ogni modo di esporsi al rischio di COVID-19 attenendosi alle norme igieniche di base indicate dal Ministero della Salute e alle indicazioni del DPCM dell’8 marzo 2020. Vanno evitate, in particolare, situazioni in cui si possa venire a contatto con un elevato numero di persone, nei luoghi dove potrebbe essere più facile entrare in contatto con il coronavirus come ospedali e centri ospedalieri.

Per questo molti centri clinici per la cura dell’HIV hanno sospeso o posticipato le visite di routine e in alcuni casi anche i prelievi programmati per le PLWHIV (People Living With HIV). La consegna di farmaci antiretrovirali è comunque garantita, con modalità diverse da centro a centro. In molti centri la consegna prosegue con le normali procedure, in altre strutture invece, quelle in cui i farmaci sono dispensati direttamente dagli ambulatori HIV, la consegna è stata trasferita in altre strutture, esterne ai reparti di Malattie infettive, proprio per limitare al massimo l’accesso a questi reparti.

Se una PLWHIV (People Living With HIV) avesse necessità di mettersi in contatto con il proprio medico o centro clinico, per domande o per richiedere un consulto, è importante che lo faccia telefonicamente o via mail. In ottemperanza a quanto previsto dal DPCM 8 marzo 2020, anche la LILA ha dovuto sospendere tutte le attività che prevedono la presenza in sede, in particolare colloqui vis-a-vis e attività di testing. Attive, sia pure con delle riduzioni, le helpline telefoniche, mentre resta pienamente operativo il forum di discussione LilaChat per chiunque avesse necessità di condividere con altre persone informazioni, dubbi ed esperienze personali.

Ricapitolando, per fare chiarezza una volta per tutte: Non ci sono indicazioni specifiche per le persone con HIV, occorre attenersi alle misure igienico sanitarie indicate dal Ministero della Salute e alla indicazione di rimanere il più possibile in casa e uscire solo in caso di comprovata necessità.

Le persone con HIV in trattamento antiretrovirale efficace, con un numero di CD4 maggiore di 500 e con viremia controllata, per i dati oggi a disposizione, non hanno un rischio di peggior decorso rispetto a una persona HIV-negativa. Però, come per la popolazione generale, hanno maggiori probabilità di sviluppare forme gravi di malattia, le persone anziane e quelle con patologie sottostanti, quali ipertensione, problemi cardiaci o diabete e i pazienti immunodepressi (per patologia congenita o acquisita o in trattamento con farmaci immunosoppressori, trapiantati). Sono da considerarsi immunodepresse e quindi teoricamente potrebbero essere più esposte a complicanze e ad un decorso più severo di COVID-19, le persone con HIV con un numero di CD4 minore di 500, indipendentemente dal trattamento antiretrovirale, anche se al momento non ci sono casi che lo confermino. A queste persone si applica in modo particolarmente stringente l’indicazione di rimanere in casa.

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Renzo Loi 21.3.20 - 12:58

da ricordare che ci sono farmaci antiretrovirus usati x il cod virus19.

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