La terapia per HIV cambia. Potrà essere rimodulata – diventerà “duale” – grazie ai risultati dello studio internazionale Gemini, presentato al congresso Aids2018 che si è svolto di recente ad Amsterdam.
Al posto della terapia con tre principi al giorno, se ne potrà fare una che ne prevede soltanto due (di cui uno fuori brevetto) riducendo così il peso degli effetti collaterali (dato che i farmaci per tenere sotto controllo il virus vanno presi a vita), ma anche il costo per i sistemi sanitari.
Non tutti i malati potranno da subito beneficiare dei cambiamenti: ci vorrà del tempo prima che i risultati si traducano in pratica clinica, ma intanto è importante che questa prospettiva si stia aprendo, perché consentirà di alleggerire il livello di tossicità del regime terapeutico per l’HIV.
Lo studio ha arruolato – in tutto il mondo – 1400 pazienti mai trattati , dividendoli in due gruppi randomizzati e con placebo: un gruppo è stato sottoposto alla terapia a tre farmaci, l’altro gruppo alla terapia a due. L’Italia ha partecipato con circa quaranta pazienti dell’ospedale Spallanzani di Roma. “Tra le due terapie abbiamo avuto poco meno del 2 per cento di differenza di efficacia– spiega Andrea Antinori, direttore Malattie infettive dello Spallanzani, uno dei tre coordinatori italiani dello studio – e questo perché i farmaci utilizzati – la lamivudina, che si usa dagli anni ’90, e il dolutegravir – hanno caratteristiche di potenza e barriera genetica, ovvero di controllo del virus, che ne fanno farmaci ideali per la terapia duale. Inoltre il primo è un generico, cosa che riduce anche i costi rispetto alla terapia a tre, nonostante il costo maggiore di dolutegravir”.
Di studi sulla terapia duale ce ne sono stati altri ma sempre indagando il passaggio in corso di terapia, da quella a tre a quella a due farmaci, per alcune categorie di pazienti. “Gemini ha dimostrato invece per la prima volta – continua Antinori – che possiamo trattare i pazienti con due farmaci fin dall’inizio della terapia. Con pochissimi fallimenti virologici e senza che nessun paziente sviluppi resistenza. Motivo per cui credo si dovranno cambiare le linee guida e mettere la terapia a due tra gli standard di prima linea. Comunque da oggi il regime a due si può prescrivere tranquillamente, poiché non è fuori scheda tecnica. Anche se spesso per vincere le resistenze dei medici a prescrivere la terapia solita ci vuole molto tempo”.
Fonte: Repubblica.it
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