Il DDL Zan slitta a settembre. Non vi è ancora l’ufficialità, ma quel che si temeva, da settimane, è ormai ad un passo dal diventare realtà. Ieri pomeriggio, dopo gli oltre 1000 emendamenti proposti da Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia, Italia Viva e Autonomie, la discussione generale è proseguita con 19 interventi, quasi tutti in arrivo dalle destre, ma ora dovrà lasciare spazio a provvedimenti più urgenti, ovvero i decreti sostegni bis, recovery e il dl sulla cibersecurity. Il DDL Zan è sparito dal calendario di luglio, deciso ieri. Difficilmente ritroverà spazio ad inizio agosto. Poi arriveranno le vacanze.
“Non c’è nessun cambio di linea. Sì al confronto in Senato, nessun negoziato con Salvini. Per noi il testo Camera rimane il migliore”, ha ribadito Enrico Letta, pronto al muro contro muro pur di non accettare ulteriori compromessi al ribasso sulla pelle dei più discriminati. D’altronde una legge vuota, il contentino, non la vuole nessuno.
Tutto questo con un ultimo sondaggio, firmato Demos per Repubblica, che ribadisce come e quanto la maggioranza degli italiani sostenga il DDL Zan. Il 62% degli italiani (intervistati da Demos) si è detto favorevole, rispetto ad un 24% che si è detto contrario. Quasi 40% punti di differenza. Un’enormità. Sotto i trent’anni, il consenso supera addirittura il 75%.
La scorsa settimana Gay.it aveva lanciato un sondaggio sul DDL Zan rivolto ai propri lettori >
Per l’82,68% dei votanti del sondaggio di Gay.it il DDL va approvato al Senato “senza nessuna modifica: piuttosto che fare compromessi inaccettabili meglio rischiare sia bocciata”. Soltanto il 17,32% ritiene invece che “andrebbe cercato un compromesso che ne renda più probabile l’approvazione prima del voto in aula per evitare di disperdere il lavoro fatto fin qui”.
Eppure in Senato c’è chi lavora da mesi per affondare il DDL Zan, o quantomeno depotenziarlo. Il voltafaccia di Italia viva, che aveva annunciato di non voler presentare emendamenti per poi buttarne 4 sul tavolo, lo ha reso un morto che cammina. C’è chi continua a parlare di mediazioni, accordi bipartisan, emendamenti leghisti fatti sparire se solo venissero accettate le loro proposte. Irricevibili minacce al cospetto di una legge di civiltà, travolta da assordanti fake news e da un dibattito parlamentare aberrante. In piena campagna elettorale per le comunali, a settembre il DDL Zan diverrà ancor più terreno di scontro, battaglia politica. Possiamo e dobbiamo aspettarci di tutto.
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