Lo sapevamo che avremo creato un vespaio, lanciando una lista di senatori più che dubbiosi sulla stepchild, al punto da mettere in dubbio il voto finale sul ddl Cirinnà sulle unioni civili se il famigerato articolo 5 passasse nella sua formulazione originale, con i voti dei 5 stelli (cui anche oggi Arcigay fa un appello). A chi oggi parla di “liste di proscrizione”, perché avremo pubblicato i nomi dei circa trenta senatori dubbiosi sulla stepchild, rispondiamo che non parliamo di persone qualunque, ma di senatori della Repubblica, scelti coi voti dei loro elettori cui devono rendere conto, in un partito che ha il riconoscimento delle coppie dello stesso sesso nel programma e nello statuto: semplicemente, abbiamo fatto un’operazione verità, smascherando una “fronda” che stava nelle catacombe e sollecitando i senatori a fare distinguo che non avrebbero fatto. Perchè il punto è uno solo: chi tra coloro che, legittimamente dal loro punto di vista, voteranno contro la stepchild, sono disposti ad arrivare fino al limite estremo di votare il ddl Cirinnà se questa dovesse passare? Perchè è un dato di fatto incontrovertibile che ieri sera, nella fantomatica riunione della “bicameralina” del PD tra Micaela Campana ed i malpancisti, almeno tre senatori avrebbero paventato questa ipotesi.
A @SenatoriPD: parlare di liste di proscrizione con chi le ha subite ed attende da 30 anni una legge sulle #unionicivili ci vuole #coraggio.
— Gay.it (@gayit) 14 Gennaio 2016
Ascolta il confronto su Radio Popolare tra Alessio De Giorgi, direttore di Gay.it, e COCIANCICH Roberto, uno dei senatori “malpancisti” del PD sulla stepchild adoption:
Ecco quindi il punto dei contrari alla stepchild.
Dei 36 senatori che avevamo indicato ieri solo in pochi, in realtà, si sono sfilati totalmente. La prima a farlo è stata la Senatrice Elena Fissore che ci ha dichiarato che, dopo un po’ di dubbi iniziali, alla fine ha deciso che voterà anche la stepchild adoption. Stessa cosa per il Senatore Alessandro Maran e per il Senatore Ignazio Angioni, che ci ha mandato una email. Siamo quindi a 33 senatori contro la stepchild, perchè dagli altri non è arrivata ad ora alcuna smentita in tal senso.
Solo oggi 15 gennaio il Senatore Vincenzo Cuomo ci ha rilasciato questa dichiarazione , spiegando alla fine di essere favorevole non solo alle unioni civili ma anche alla stepchild adoption.
E gli altri 32?
Tutti i rimanenti sono indignati per il metodo utilizzato. Ma occorre distinguere tra quelli che hanno fatto dichiarazioni chiare sul loro orientamento di voto finale e tra coloro che hanno in tal senso tergiversato o non hanno risposto.
Tra i primi, comunque favorevoli alle unioni civili, il Senatore Mauro Maria Marino via twitter ha specificato che non voterà contro le unioni civili, anche se dovesse passare la stepchild adoption.
Il Senatore Giuseppe Cucca dichiara di “votare convintamente il provvedimento, anche se dovesse contenere la stepchild”, sulla quale evidentemente è contrario.
In ultimo la Senatrice Pamela Orrù: “Io sono per un potenziamento delle norme contro l’utero in affitto ma non ho mai dichiarato, e soprattutto non ho mai pensato, che questo possa pregiudicare il mio voto al ddl Cirinnà. In ogni caso – conclude Orrù – respingo i metodi squadristici della lista di proscrizione di Gay.it”.
Anche Rosa Maria Di Giorgi, senatrice del PD, smentisce alla fine di aver mai subordinato l’orientamento finale sul ddl Cirinnà all’esito della votazione sulla stepchild (nonostante a noi risulti che sia così, ma ormai poco importa) e conferma di essere comunque orientata a votare a favore delle unioni civili.
Anche il Senatore Bruno Astorre ci conferma che, con o senza stepchild (sulla quale ha dei dubbi), voterà comunque il ddl Cirinnà.
Il Senatore Ugo Sposetti, da noi raggiunto telefonicamente, pur considerando “miserabile” la nostra iniziativa, ci ha dichiarato di aver “tutte altre idee sull’argomento”. Non ci ha specificato quali ma, dal tono, si può desumere che sicuramente voterà quanto meno a favore delle unioni civili, anche con la stepchild approvata.
Il Senatore Giorgio Pagliari invece ci scrive che “una cosa è il voto sulla stepchild adoption e un’altra cosa è il voto della legge. E io non ho mai detto che non voterò la legge nel suo complesso, perché penso esattamente il contrario.”
Alla fine della sera, a tarda notte, arriva la precisazione del Senatore Giorgio Tonini, contrario alla stepchild ma comunque disponibile, se questa passasse, a votare il ddl Cirinnà.
Il Senatore Nicola Latorre, pur dandoci dei “fascisti” – testuali parole -, in risposta ad un elettore ha detto che voterà comunque il ddl Cirinnà, pur avendo forti dubbi sulla stepchild.
Idem per il Senatore Claudio Moscardelli, che però – almeno – non offende nessuno.
Il Senatore Francesco Scalia ci ha mandato questa precisazione che pubblichiamo volentieri: “Io ritengo che il tema della stepchild adoption vada stralciato ed affrontato nella sua sede più opportuna: una riforma della legge sulle adozioni. In quella sede il tema andrebbe valutato esclusivamente in funzione dell’interesse del bambino. Il mio voto, nel caso l’art. 5 dovesse rimanere invariato, sarebbe comunque favorevole, perché ritengo necessaria e non più procrastinabile la disciplina normativa delle unioni civili.”
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Ne rimangono 23
I Senatori Sangalli e Corsini ci hanno raggiunto telefonicamente, rifiutandosi di far smentite e criticando solo il nostro metodo. Alla nostra domanda se voteranno la stepchild così come è e, se questa passasse, il testo finale delle unioni civili, hanno tergiversato. Si sono comunque entrambi rifiutati di fare una smentita chiara per iscritto su quale è la loro posizione.
I senatori del Pd Vincenzo Cuomo, dalla Zuanna e Nicoletta Favero congiuntamente respingono “metodi squadristi e liste di proscrizione, che certamente non facilitano una discussione complessa su un provvedimento di portata storica che dovrebbe mirare ad armonizzare diritti e non a contrapporli”. Sul merito del provvedimento però tacciono, come se non dovessero rendere conto agli elettori che li hanno scelti per il Senato.
I senatori del Pd Mauro Del Barba, Stefano Collina, Emma Fattorini e Giancarlo Sangalli, in una dichiarazione congiunta, si limitano a criticare i nostri metodo, ma non rispondono alla nostra domanda di fondo sul loro orientamento di voto nel caso in cui la stepchild passasse così come è oggi.
Anche il Senatore Francesco Russo non specifica quale sarà il suo orientamento, se sulla stepchild non si trovasse una mediazione: “da Segretario del gruppo PD voglio fino in fondo provare a fare il mio dovere trovando una soluzione che tenga insieme tutte le sensibilità del mio Partito”.
La lista si chiude con altre posizioni. Il senatore Mirabelli Stessa cosa il Senatore Andrea Marcucci, che sappiamo invece essere favorevole a stepchild e unioni civili.