Dal 1 gennaio 2021, al Testo Unico che regola la deontologia dei giornalisti sarà aggiunto un articolo, il 5 bis, che testualmente recita:
Rispetto delle differenze di genere.
Nei casi di femminicidio, violenza, molestie, discriminazioni e fatti di cronaca, che coinvolgono aspetti legati all’orientamento e all’identità sessuale, il giornalista: a) presta attenzione a evitare stereotipi di genere, espressioni e immagini lesive della dignità della persona; b) si attiene a un linguaggio rispettoso, corretto e consapevole. Si attiene all’essenzialità della notizia e alla continenza. Presta attenzione a non alimentare la spettacolarizzazione della violenza. Non usa espressioni, termini e immagini che sminuiscano la gravità del fatto commesso; c) assicura, valutato l’interesse pubblico alla notizia, una narrazione rispettosa anche dei familiari delle persone coinvolte.
Un articolo, il 5 bis, nato grazie al Gruppo di lavoro sulle pari opportunità, formatosi un anno fa, come riportato da Luisella Seveso su Globalist, che ha dato vita non solo alla modifica del Testo Unico, approvata senza alcuna obiezione all’unanimità, ma anche ad un corso online sul linguaggio di genere, a dir poco fondamentale per indicare ai giornalisti la strada da percorrere per un rispettoso, corretto e consapevole linguaggio, che eviti stereotipi di genere, espressioni e immagini lesive della dignità della persona. Carlo Verna, presidente dell’Ordine dei Giornalisti (107.000 iscritti), ha così spiegato la grande e attesa novità a Pasquale Quaranta, giornalista de LaRepubblica.
Ogni giornalista deve assicurare, una volta valutato l’interesse pubblico alla notizia, una narrazione rispettosa anche dei familiari delle persone coinvolte. Si tratta di una questione di civiltà, di rispetto della verità e della persona. Il fatto di aver voluto specificare è un elemento aggiuntivo di sensibilità e attenzione che come giornalisti dobbiamo tenere anche alla luce delle recenti cronache sui femminicidi, sull’omofobia e sulla transfobia che permea il Paese. Viviamo un tempo triste per il perpetuarsi inaccettabile della violenza.
Nel caso in cui doveste imbattervi in un articolo a vostro dire lesivo nei confronti della dignità di una persona, sin da ora chiunque può segnalare la cosa: “Basta consultare sul nostro sito il nome del giornalista e il suo ordine di appartenenza. Dopodiché lo si può denunciare al consiglio di disciplina del suo ordine, che è regionale e autonomo rispetto al Consiglio nazionale dell’ordine. L’ordine regionale farà le sue valutazioni e deciderà il provvedimento da adottare. Dal punto di vista disciplinare la novità è che l’articolo 5 bis prevede sanzioni più pesanti in caso di recidiva: errare è umano ma perseverare è diabolico“.
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Che s Che sia stato...
Non è uno strumento di tutela che si stato minimamente pubblicizzato. Meno male che abbiamo Federico Boni.