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IL RITORNO DEI FANTASTICI 5

Riecco i cinque gay alle prese con look e abitazioni di Vip nostrani. Mattia, l’esperto di lifestyle ci anticipa com’è andata con Vento, Parietti, Lubamba, Mazzocchi e Ippoliti.

IL RITORNO DEI FANTASTICI 5 - I fantastici cinque 3 - Gay.it
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TORINO – Tornano stasera su La 7 ‘I Fantastici 5‘ , il programma più controverso della scorsa stagione, dopo una prima edizione che ha fatto storcere il naso a parte della stampa (soprattutto gay), ha scatenato le ire del potente Moige, il Movimento Italiano Genitori, ma alla fine ha ottenuto buoni risultati di pubblico: il produttore Giuseppe Musci ci spiega di essere «molto soddisfatto su come è stato accolto, all’inizio eravamo un po’ scettici visto che per la prima volta in Italia c’era un programma gay in prima serata. Ma è andata bene: abbiamo ottenuto uno share del 2.5 in prima serata e del 4.5 in seconda, per ‘La 7’ è un buon risultato. È comunque un programma costoso a livello tecnico».

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Riecco quindi i cinque ‘gay specializzati per uomini trasandati’ che in questa seconda edizione ripescano la formula della Missione Vip già sperimentata alla fine della precedente, con un personaggio noto (non necessariamente maschio) con look e abitazione da riassettare per un’occasione importante. Team che vince non si cambia, così riecco la compagine omo come l’abbiamo lasciata al termine della prima edizione: Marco l’esperto di beauty, Massimo il fashion guru, Guido il mago dell’arredamento, Alfonso ‘maître’ per quel che riguarda cibo e dintorni e infine Mattia Boschetti, l’esperto di lifestyle. Abbiamo intervistato quest’ultimo, un po’ l’anima orgogliosamente queer dell’intero gruppo.
Mattia, ben tornato. Ci fai un bilancio della prima edizione?

IL RITORNO DEI FANTASTICI 5 - Mattia Boschetti - Gay.it

E’ andata molto bene, con i rischi che c’erano. Essendo in prima serata non era un programma facile. Non abbiamo avuto censure, anzi c’è stata massima libertà. ‘I Fantastici Cinque’ ha superato le aspettative: come dico sempre, ‘La 7’ la memorizzi al numero sette del telecomando, quindi prima hai altre sei scelte. Io, come sai, arrivavo da Gay.tv. Il passaparola ha funzionato molto, è stato molto visto dalle famiglie, dalle coppiette etero.
Fuori dai denti, i mezzi di comunicazione gay l’hanno però stroncato. Come mai secondo te?
Sì, è vero, non hanno apprezzato. Ma noi rappresentiamo noi stessi, non una categoria di lavoro, non facciamo un servizio sociale ma puro intrattenimento. A qualcuno non è piaciuto? Bene, a molti invece sì.
Non trovi che si perpetui il solito stereotipo della checca modaiola e attenta solo all’aspetto esteriore?
No, è solo entertainment. Dopotutto, hai mai visto un parrucchiere o una stilista etero?
Sinceramente mi aspettavo che filtrasse più cultura omosessuale dal programma… I consigli su cinema, libri, musica e teatro gay che fine han fatto?

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Tendenzialmente trovo vincente questa cosa: un omosessuale dà consigli sulla coppia e sulla famiglia ma trovo un po’ brutto dover dire in modo esplicito ti consiglio questo perché io sono gay. Restiamo fermi in questa cosa, non bisogna sempre fissarsi sull’essere gay sennò non si va avanti socialmente. Dobbiamo stare attenti a non confondere: questo programma non è fatto per la comunità gay o per gli etero, è generalista, ha ingredienti legati solo al divertimento.
Quali sono le novità della seconda edizione?
Il programma è più lungo, dura un’ora e mezza. Ci hanno chiesto di occuparci di persone riconoscibili: un vip è più abituato alla comunicazione, è più facile interloquire con lui. Gli eventi organizzati sono più lunghi, ci saranno più dietro le quinte. Siamo riusciti a entrare nelle loro case, spesso i vip sono restii ad aprire i loro appartamenti, soprattutto le famiglie. Interagisco anche con i loro amici, per la Parietti ho incontrato l’ex marito Oppini e la sua nuova moglie. Nessuno ti dà mai il grande scoop ma ci saranno diverse rivelazioni.
Stasera si inaugura con Flavia Vento…
Sì, è una puntata molto attesa. Lei non ci fa, è così al 100%, una persona con molti problemi. Si è venduta per quello che è. È stato difficile, quello che ha combinato è assolutamente opera sua. Tu le spieghi una cosa e lei fa l’opposto!
Quali altri vip ci saranno?

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Tra gli altri Lubamba, Gianni Ippoliti, la Parietti, Mazzocchi. Dobbiamo ancora registrarne due ma i contratti non sono ancora stati firmati quindi non ti posso dire i nomi. Il mio compito è passare molto tempo con i vip per cercare di metterli a loro agio, far capire chi siamo, apparire meno invasivi di quello che dovremmo essere. Mazzocchi in particolare mi è piaciuto, dopo dieci minuti che parlavamo ha voluto sapere tutto sull’identità gay, è stato curioso. Figurati che mio papà è stato pure presidente di alcune squadre di calcio. Lubamba la conoscevo già prima, è una bomba pronta a scoppiare quando meno te lo aspetti. Ha un ottimo rapporto col sesso opposto, per lei siamo affini, è una che si rende disponibile, è molto giocosa. Il problema è fermarla! Gianni Ippoliti non l’ho mai mai legato al mondo gay, è particolarmente riservato come la sua compagna, ho dovuto lavorarci parecchio. Col vip la sfida è metterlo allo stesso piano e renderlo interattivo, partecipe. Col non vip è invece più facile, di solito è più propositivo nei nostri confronti. Con la persona famosa è divertente, anche se non puoi aspettarti uno stravolgimento di look e vestiti. L’interesse diventa a livello umano, è stimolante scoprire come il vip interagisce coi gay.
Se tu potessi scegliere un vip da sottomettere alle vostre grinfie?
Simona Ventura. Mi piacerebbe entrare a casa sua alle otto del mattino e vederla distrutta… Oppure piombare nella villa di Lele Mora a Porto Cervo!
La parte più divertente del programma è quella finale in cui commentate quello che combinano…
Sì, molti ce l’hanno detto. Il loft sarà più ampio, e la parte dei commenti più lunga. Non vediamo nulla prima, i giudizi sono genuini. Ti accorgi che puoi essere celebre ma i tuoi difetti sono gli stessi del ragazzo della porta accanto: dalle piccole manie, come la dipendenza dal telefonino, all’asciugamano lasciato per terra in bagno o il non lavarsi le mani tra il bagno e la cucina.
Rispetto all’edizione americana che differenze hai riscontrato nel realizzarla?
Mi sono reso conto che socialmente siamo migliori degli americani. Noi però abbiamo più restrizioni, non possiamo fare battute sul sesso. Loro invece hanno leggi differenti, possono parlare di prodotti e di brand, possono fare una puntata intera da Gucci.
E dopo ‘I Fantastici Cinque’, che progetti hai?

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Ho un’idea in ballo, mi piacerebbe fare una specie di ‘Selfhelp’ ma per tutti, portare al mondo etero ciò che conosciamo della comunità omosessuale, uscire dal cliché giornalistico del ‘torbido mondo gay’. Da quando faccio ‘I Fantastici Cinque’ ho la possibilità di fare l’opinionista, posso dire quelle cose che non sempre saltano all’occhio. Con ‘La7’ mi trovo molto bene, questa rete ha creduto in cinque persone tendenzialmente sconosciute al grande pubblico e le ha lanciate in prima serata; è stata tosta, abbiamo avuto anche sponsor importanti. Non mi aspettavo poi tutto questo affetto famigliare, una mamma mi ha persino rincorso per strada per farmi una fotografia dicendo di essere molto affezionata al programma.
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