E venne il giorno. Oggi Imane Khelif tornerà sul ring per provare a conquistare una straordinaria finale olimpica, dopo una settimana di insulti e menzogne relative alla sua identità, con i governi di destra di mezzo mondo che l’hanno etichettata come “uomo trans”.
Archiviato quanto avvenuto con la nostra atleta Angela Carini, che agli ottavi di finale si è ritirata dopo neanche 50 secondi, e sconfitta l’atleta ungherese che l’aveva definita “un mostro”, Khelif ha ieri chiesto una sorta di ‘tregua’ dall’odio che le è improvvisamente piovuto addosso, ricordando come il bullismo possa rovinare la vita delle persone.
Concetto espresso anche da Elly Schlein, segretaria Pd ieri intervenuta nel corso di In Onda, su La7.
“Dico una cosa molto chiara. Asse dei nazionalisti, che hanno un’ossessione per il controllo dei corpi e in particolare per i corpi delle donne. Che asse abbiamo visto? Trump, putiniani, Meloni e Salvini, ad attaccare un’atleta donna perché vogliono decidere loro che non può essere una donna. Questo stiamo vivendo, con un attacco che ha scatenato una violenza, dell’odio del bullismo. Può distruggere la vita di una persona, diceva oggi la stessa Imane. Usano la loro posizione di potere per scatenare questo odio per motivi prettamente ideologici”, ha tuonato Schlein, netta e diretta nel criticare il governo Meloni che ha cavalcato le fake news provenienti dalla Russia per screditare l’atleta algerina.
“A me quello che colpisce è che anziché fare le crociate per le liste d’attesa o contro i salari bassi, decidono di farla contro le Olimpiadi e un’atleta donna, nata donna, allenata come donna e cresciuta come donna. Perché? Perché sono incapaci di dare risposte sul terreno sociale, allora cercano di deviare su un terreno identitario ma nel farlo passano come i trattori sulle vite delle persone. C’è una sproporzione di potere evidente tra Trump, Putin, Salvini e Meloni e una persona che fa l’atleta e tutto si immaginava tranne che finire in questo gioco cinico sulla pelle delle persone. È una cosa disgustosa ed è uno dei motivi per cui continueremo a batterci in Italia per una legge contro l’odio e contro le discriminazioni, come era la legge Zan che questa destra che oggi governa affossò in maniera vergognoso, tra gli applausi. Continuiamo a batterci perché quell’odio colpisce ed è in grado di distruggere la vita delle persone che non c’entrano nulla con la politica“, ha concluso Schelin, pochi giorni fa, nel commemorare la strage di matrice neofascista di Bologna, ancor più dura nei confronti di Giorgia Meloni.
“È incredibile ed è molto grave che nel giorno della commemorazione la Presidente del Consiglio decida di fare polemica e attaccare Paolo Bolognesi, il Presidente dell’Associazione dei familiari delle vittime, ai quali ribadiamo sempre il nostro supporto e la nostra gratitudine per aver ostinatamente cercato la verità sin da quel 2 agosto di 44 anni fa, e per aver ottenuto, grazie anche alla tenacia di chi ha portato avanti indagini e processi, sentenze inequivocabili che ricostruiscono i fatti e accertano le precise responsabilità. Chi amministra una comunità dovrebbe cucire le fratture, sanare le ferite, mentre Meloni fa il contrario: spacca, divide, mette gli uni contro gli altri. È evidente che non è in grado di guidare questo Paese“.
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