Un’Italia in fondo al gruppo, ancora una volta, sempre più tristemente fanalino di coda. È quel che emerge da QueerYourEU Research Report, documento stilato da Forbidden Colours che illustra l’impatto delle politiche europee sui diritti delle persone LGBTQIA+. Il report indica il modo in cui tutti gli europarlamentari hanno votato in questi ultimi anni sul fronte dei diritti umani.
Dall’analisi dei dati risulta che 1 su 4 europarlamentari hanno votato contro, con questi numeri che sono destinati tragicamente a crescere del 40%, sulla base delle allarmanti previsioni del voto alle prossime elezioni di giugno. E l’Italia, in tutto ciò, si è piazzata al 25esimo posto su 27 in Europa, stando alle votazioni sulle risoluzioni a tema.
Su 720 europarlamentari, l’Italia ne schiera 76. Per quanto riguarda i diritti fondamentali delle persone LGBTIQ+, il nostro Paese ha raggiunto un indicatore di voto dello 0,7%, con un massimo di nove. In testa c’è l’Irlanda, con un punteggio di 8,3, mentre all’ultimo posto c’è la Polonia, con un meno 0,5, davanti all’Ungheria di Victor Orban (- 0,1%) e proprio all’Italia.
In una tabella specifica, gli europarlamentari italiani sono stati suddivisi per partito e distribuiti in cinque categorie di voto, a seconda di come hanno votato su nove testi chiave riguardanti i diritti fondamentali delle persone LGBTIQ+. Gli eurodeputati che hanno sempre votato “a favore” di tutti i testi rientrano nella categoria 1, mentre gli eurodeputati meno favorevoli che hanno sempre votato “contro” tutti i testi rientrano nella categoria 5. A seconda del numero di deputati in ciascuna categoria, i partiti politici nostrani sono stati etichettati come favorevoli (verde), poco chiari riguardo al loro sostegno (giallo) o contrari (rosso) ai diritti fondamentali delle persone LGBTIQ+.
Nove sono state le risoluzioni votate, dal 2019 al 2024. PD, Movimento 5 Stelle, Verdi, Italia Viva e Azione hanno sempre votato a favore.
Lega, DC e Fratelli d’Italia nella stragrande maggioranza dei casi contro, con l’eccezione di Chiara Maria Gemma per il partito di Giorgia Meloni che ha votato a favore le prime sei risoluzioni, mentre Forza Italia si è spesso astenuta, con l’eccezione di Isabella Adinolfi che ha votato a favore otto risoluzioni su nove.
Dietro l’Irlanda, che guida questa classifica del voto a favore dei diritti, troviamo gli europarlamentari di Lussemburgo, Malta, Cipro, Portogallo, Danimarca, Svezia, Spagna, Belgio e Germania a chiudere la Top10.
Forbidden Colours è un’associazione che raccoglie fondi per sostenere iniziative che aiutano le persone LGBTQIA+ in tutta Europa, un punto di riferimento dell’advocacy con media, istituzioni dell’UE e Stati membri e nella denuncia e contrasto delle iniziative contro la nostra comunità.
“Ringraziamo Forbidden Colours per questi dati preziosi che purtroppo ci mostrano come in Italia sia in corso una vera emergenza che dobbiamo contrastare in tutti i modi: ogni giorno segnaliamo casi di intolleranza, violenza omotransfobica e discriminazione nel mondo del lavoro e della scuola”, ha commentato Mario Colamarino, presidente del Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli. “È fondamentale fermare l’ondata nera che si sta riversando in Europa con la salita al potere di governi della Destra più estrema e quindi chiediamo a tutti i cittadini di votare alle prossime Europee candidati che abbiano a cuore la difesa dei diritti umani. Ne va del nostro futuro“.
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