Ungheria, domenica elezioni e referendum omotransfobico. Victor Orban si gioca tutto

Negli ultimi 12 anni Orban ha tramutato Budapest in capitale omotransfobica dell'Unione Europea. E punta al suo 4° mandato.

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Ungheria, Victor Orban si gioca tutto domenica: elezioni e referendum omotransfobico
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Ungheria, domenica elezioni e referendum omotransfobico. Victor Orban si gioca tutto - All Out photo 5 by Bence Járdány - Gay.it

 

Mentre la guerra Ucraina monopolizza l’attenzione mediatica e politica internazionale, ridando ‘pregio’ a discussi e discutibili personaggi come il presidente polacco Andrzej Duda e il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan, in Ungheria milioni di cittadini saranno chiamati alle urne, domenica, per eleggere il nuovo parlamento e votare il “referendum” anti-LGBT+ voluto da Victor Orban, alla disperata caccia del 4° mandato.

Il voto referendario riguarderà la cosiddetta “legge contro la propaganda LGBT+“ approvata lo scorso anno e ampiamente criticata dall’Unione Europea, con minacce di sanzioni e ripercussioni economiche. La legge in questione già oggi vieta qualsiasi materiale con personaggi gay o veicolante un qualsiasi tipo di supporto alla comunità LGBT+ che possa essere visto da minori. Qualsiasi contenuto che mostri relazioni LGBT+, una transizione verso un altro genere, o immagini della bandiera arcobaleno sarà ora etichettato come “non raccomandato per i minori di 18 anni” e potrà essere trasmesso in televisione solo tra le 22 e le 5 del mattino.

Ai cittadini ungheresi verranno posti questi 5 quesiti:

1) Sei a favore dello svolgimento di presentazioni negli istituti di istruzione pubblica che introducano i minori a temi sull’orientamento sessuale senza l’autorizzazione dei genitori?

2) Sei a favore della promozione di trattamenti di riassegnazione di genere per i minori?

3) Sei a favore che trattamenti per la riassegnazione di genere siano messi a disposizione dei minori?

4) Sei a favore che ai minori vengano mostrati, senza alcuna restrizione, contenuti media di natura sessuale in grado di influenzare il loro sviluppo?

5) Sei a favore che ai minori vengano presentati contenuti multimediali che mostrino la riassegnazione di genere?

Ungheria, domenica elezioni e referendum omotransfobico. Victor Orban si gioca tutto - All Out photo 12 by Bence Járdány - Gay.it

“Vinceremo e fermeremo ai confini dell’Ungheria la follia gender che serpeggia nel mondo occidentale”, ha minacciato Orbán nei giorni scorsi, in piena campagna elettorale. Mercoledì sera All Out, insieme a una coalizione di organizzazioni ungheresi guidate da Háttér Society e Amnesty International Ungheria, ha illuminato Budapest con un’enorme proiezione che diceva: “vota scheda nulla al referendum!“.

Il 15 luglio 2021, va ricordato, la Commissione UE ha avviato un’azione legale contro l’Ungheria. Ma la legge è ancora attiva e con un referendum altamente manipolativo, Orbán punta alla conferma popolare. L’intera campagna elettorale si è giocata sullo spauracchio del ‘gender’. Anche per questo motivo All Out, che ha lanciato una petizione ad hoc contro la legge in questione, ha illuminato l’edificio dell’Assemblea Nazionale (Képviselői Irodaház) sulla riva del Danubio, per far sapere alle persone come possono combattere questa politica odiosa.

“I diritti umani non sono qualcosa su cui votare. Sono inalienabili. Il “referendum” anti-LGBT+ di Orbán è una manipolazione e un attacco spudorato ai principi della democrazia, del pluralismo e della coesistenza pacifica“, dice Yuri Guaiana, responsabile delle campagne senior di All Out.

“Manipolare le persone inducendole all’odio, come nel caso di questo referendum, è un metodo antico per cercare di guadagnare popolarità. Ma dividere una società non la rende più forte. In questi tempi difficili, è essenziale opporsi a tutti gli attacchi ai diritti umani con tutto ciò che possiamo”, dice il Dávid Vig, direttore di Amnesty International Ungheria.

“Togliere ai bambini il diritto di ottenere informazioni credibili è dannoso e può mettere in pericolo la loro salute mentale. La legge sulla propaganda riguarda tutti noi. Ecco perché è nostra responsabilità comune alzare la voce contro l’odio e l’esclusione al referendum del 3 aprile”, dice Luca Dudits, direttivo di Háttér Society.

Nei mesi scorsi Ursula Von Der Leyen ha più volte minacciato Ungheria e Polonia, tuonando contro le leggi omotransfobiche approvate dai rispettivi governi. “La legge ungherese è una vergogna, discrimina persone sulla base dell’orientamento sessuale va contro i valori fondamentali della Ue. Noi non faremo compromessi su questi principi”, tuonò la presidente della Commissione europea lo scorso giugno. “Ho dato istruzione ai miei commissari responsabili di scrivere una lettera alle autorità ungheresi nella quale esprimiamo le nostre preoccupazioni legali prima che la legge entri in vigore”. “L’ho già detto altre volte e voglio ripeterlo anche qui, io credo fortemente in una Ue in cui si è liberi di amarre chi si vuole. Credo in una Ue che abbracci la diversità che è al fondamento dei nostri valori e userò tutti i poteri della Commissione per fare in modo che i diritti di tutti i cittadini europei siano garantiti per chiunque e ovunque”.

Sondaggi alla mano, il partito di Orban è in vantaggio con 50% dei consensi rispetto al 45% ottenuto dalle forze politiche d’opposizione guidate da Márki-Zay. Di fatto, sarà un referendum sulla sua persona, dal 2010 alla guida dell’Ungheria. 12 anni in cui Orban ha tramutato Budapest in capitale omotransfobica dell’Unione Europea.

Credits: “Foto di Bence Járdány”

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