Anche l’arte inizia a occuparsi di quella che è ormai una realtà assodata in una trentina di stati nel mondo (undici quelli statunitensi), ossia i matrimoni omosessuali. La prima fiera al mondo dedicata alle nozze gay, “G-Day”, tenutasi ad aprile a Parigi, ha avuto un certo successo. Persino il settimanale Panorama ha dedicato la copertina all’argomento, con una bella foto in bianco e nero di due uomini che si baciano, e un reportage di Laura Maragnani dal titolo Presto sposi in cui, un po’ ottimisticamente, si ipotizza che anche in Italia la strada sia spianata con la proposta di legge che sarà presentata a luglio. Sarebbe quindi solo questione di tempo.
Tra gli eventi del Palermo Pride, ai Cantieri Culturali della Zisa in sala Bausch, è possibile visitare fino al 23 giugno la mostra Just Married. Le nozze omo nella fotografia contemporanea a cura di Giovanni Capizzi, organizzata dal gruppo cristiano lgbt “Ali d’Aquila” di Palermo con il contributo dell’associazione Fondo Samaria e del FCOI, il Forum dei Cristiani Omosessuali Italiani. Si tratta di un percorso per immagini, in bianco e nero o a colori, che intende evidenziare la ‘normalità’ del matrimonio omosessuale nei Paesi in cui questa istituzione è legale. Lo scopo dell’esposizione è esprimere la bellezza dell’amore coniugale, secondo differenti riti, sia civili che di confessioni cristiane e non. Tra gli artisti internazionali esposti (tutti hanno concesso uso e riproduzione delle loro opere a titolo gratuito), troviamo i canadesi Allison Suter e Raph Nogal, gli statunitensi Brian Shumway, Mike Lackovich, Robert London e Steven Rosen, il gallese Ben Wyeth e lo spagnolo Victor Lax.
La mostra è dedicata al grande prete di strada Don Andrea Gallo che ci ha lasciato il 22 maggio e che, a proposito delle nozze gay, sosteneva chiaramente: «L’omosessualità fa parte del piano di Dio. La morale cattolica mette al primo posto l’amore degli sposi. Nel matrimonio “la materia” è il sì degli sposi che è l’amore e l’amore può esplicarsi nella maternità e nella paternità responsabili ma non solo. C’è amore anche in una coppia di omosessuali».
L’allestimento scenografico di “Just Married” è arricchito da vari oggetti di matrimoni gay e lesbici esposti in uno scenario teatrale a corredo dell’esposizione in sala Bausch.
«In una società letteralmente governata dall’immagine – si spiega nell’introduzione alla mostra – si intende dare un segnale forte, attraverso uno strumento di comunicazione importante quale quello fotografico, per oltrepassare gli stereotipi e favorire una società che aborrisca ogni genere di discriminazione nei confronti dell’altro da sé. […] L’obiettivo è quello di mettere in risalto, in primo luogo, l’importanza della garanzia alla felicità per ciascuna coppia e, come naturale conseguenza, il valore del riconoscimento dei diritti e dei doveri, derivanti dal matrimonio, per ciascun cittadino del mondo».
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