Durante la puntata di Striscia la Notizia andata in onda il 12 ottobre, Valerio Staffelli – prode fattorino di tapiri d’oro – ha consegnato la celeberrima statuetta ad Ambra Angiolini.
Solitamente il mal fortunato animale dorato viene recapitato a chi, nei giorni precedenti, ha commesso un qualche errore, che grazie alla statuetta si tramuta in umiliazione pubblica. E giù di risate, ma del solo inviato e presumibilmente di Antonio Ricci, deus ex machina che da anni sembra vivere fuori dalla logica del tempo. Lo si immagina ormai da solo davanti a uno specchio a dirsi quanto facciano ridere le sue idee.
Ma ritorniamo all’altro ieri. La bizzarria, lo scivolone, la colpa (chiamatela come volete, noi diremo questione privata) di cui si è macchiata l’attrice e conduttrice televisiva, è una relazione finita e relativo tradimento.
Tralasciando la meschinità del gesto, ciò che interessa constatare è l’incoraggiante reazione della figlia di Ambra Angiolini.
Jolanda Renga, questo il nome della primogenita, il giorno seguente ha pubblicato una storia sul proprio profilo Instagram, dando una lezione ad anni e anni di servizi aridi e svilenti. Quelli sì, colpevoli dell’abbrutimento di un paese già impoverito da quarant’anni di becero berlusconismo, prima edile, poi edile-televisivo, poi ancora politico-televisivo. Insomma, la solita ricetta targata Chef Cavaliere. Certo, ci si aspetterebbe che a sentirsi sviliti siano gli autori del programma. E invece no. A quanto pare è scarsa la capacità ricettiva del clan Ricci.
Cosa c’è di riprovevole o “perdente” nel fidarsi e nell’amare?
È questa, semplice e netta, la domanda posta da Renga. E come tutte le cose semplici, svela l’arcano, illumina le zone oscure. Striscia la Notizia da sempre gioca con quello che è stato lo Zeitgeist dei decenni passati. Attaccare le debolezze altrui, spingere fino all’umiliazione, affamare il QI degli spettatori con sensazionalismi e corse alla ricerca di fantomatici maghi e cartomanti.
Le cose sono cambiate, fortunatamente non siamo fermi a vent’anni fa e come già ci è stato dimostrato a salvarci è arrivata la Generazione Z. Angiolini ringrazia. E noi anche.
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