In Francia continua la discussione sull’inserimento del pronome neutro iel nel prestigioso dizionario Le Petit Robert. L’aggiunta, per ora, è avvenuta solo nella versione online, ma ha suscitato una serie di polemiche tra chi condivide la scelta e chi inneggia alla cancel culture e a uno strambo scenario apocalittico.
Vi fa così paura il linguaggio inclusivo?
La scorsa settimana abbiamo notato come il caso di Le Robert fosse una rarità nel panorama istituzionale, chiedendoci come mai ci sia una tale resistenza ad accogliere i tempi che cambiano e il linguaggio che si evolve con essi. Quest’ultimo, ricordiamo anche qui, è un “processo culturale frutto della Storia e di chi la storia può scriverla, e non un monolite inscalfibile piovuto dallo Spazio“.
“I linguisti e gli accademici lo sanno bene, non è una novità. La lingua si evolve di pari passo con la popolazione che ne usufruisce; è uno strumento creato per far sì che gli esseri umani possano capirsi e non per escludersi vicendevolmente”.
Ho provato a ragionare così, la scorsa settimana, ma nel mentre il dibattito in Francia è andato avanti e ha infiammato anche la First Lady Brigitte Macron: “i pronomi sono due: lui e lei. E vanno bene. La lingua è così bella”, arrivando in difesa del ministro dell’Istruzione Jean-Michel Blanquer e del politico François Jolivet, entrambi di La République En Marche, il partito fondato dal presidente Macron. Un affare di famiglia.
Jolivet aveva accusato Le Petit Robert di attivismo spicciolo, mentre Blanquer aveva dichiarato che “la scrittura inclusiva non è il futuro della lingua francese“, aggiungendo “il femminismo è una giusta causa, ma non dobbiamo triturare la nostra lingua, che è già abbastanza complessa. Va bene femminilizzare i nomi delle professioni, ma le modifiche improvvise non vanno bene”.
‘Femminilizzare i nomi delle professioni’? Basta leggere queste poche parole e oltre alla mascella da risollevare, si potrebbe scrivere un intero saggio contro il sistema fallocentrico che annienta ogni dibattito e che ha prodotto questa riflessione. Il Presidente è subito corso in difesa dei suoi protetti e per farlo ha usato il ‘filtro First Lady’.
In risposta al clan Macron arriva la ministra francese per le Pari opportunità, Elisabeth Moreno, che ha definito la scelta del dizionario “un progresso per le persone che vogliono riconoscersi in questo pronome. Non capisco cosa possa togliere a chi non lo utilizza”.
Ed è proprio questo il punto, cosa toglie a chi non lo utilizza? Qual è la loro paura? Oppure non è paura, ma solo sottovalutazione delle vite altrui. Si sa, quando ti chiudi in una torre d’avorio e vivi cibandoti del tuo privilegio per anni, diviene difficile capire o anche solo tentare di cedere il passo, ascoltare l’altro.
Nel libro del Post “Questioni di un certo genere” edito da Iperborea, la sociolinguista Vera Gheno scrive “credo che la prima cosa sia mettersi in ascolto. Nella nostra società il divergente ha meno possibilità di far sentire la propria voce: è vittima di ingiustizia discorsiva“.
“Ingiustizia discorsiva è parlare e non essere creduti; ingiustizia discorsiva è non avere spazi mediatici per far sentire la propria voce; ingiustizia discorsiva è venire narrati da altri invece di potersi narrare. C’è un momento in cui chi ha uno o più privilegi deve fare un passo indietro e non dire «so come ti senti, provo empatia», ma «non so come ti senti, quindi ti lascio lo spazio per spiegarmelo. Con le tue parole»”.
Il direttore generale della casa editrice Le Robert, Charles Bimbenet, ha rilasciato una nota, parlando della scelta di includere il pronome neutro iel nel dizionario: “Da qualche mese i ricercatori di Le Robert hanno rilevato un uso crescente della parola iel. La frequenza d’uso di una parola è studiata mediante analisi statistiche di ampi insiemi di testi, tratti da diverse fonti. Questa attenzione costante ci permette di riscontrare la comparsa di nuove parole, modi di dire e significati”,
© Riproduzione Riservataaddiungendo: “La parola iel è stata valutata all’inizio di ottobre in una riunione di redazione di Le Robert, durante la quale si è deciso di inserirla nel nostro dizionario online: è vero che il suo uso è ancora ristretto (lo abbiamo sottolineato nella definizione, usando l’espressione ‘raro’), ma è in forte crescita da qualche mese”.